“Una categoria cui si tenta di mettere il bavaglio, con 321 attacchi, in diverse forme, ai giornalisti solo nell’ultimo anno, in Italia. Numero che sale vertiginosamente a 3406, dal 2006. Con un’impunita’ pressoche’ totale e una concentrazione del 40% dei casi a Roma e dintorni. E una lista di 28 cronisti uccisi, dagli anni ’60 a oggi, dei quali 8 in Sicilia, un’unica area in Europa ad avere una tale drammatica concentrazione”. Inizia così l’articolo che Daniela Giammusso firma sull’Ansa.
I numeri presentati oggi da Ossigeno per l’informazione, osservatorio promosso dalla Fnsi e dall’Ordine dei giornalisti, parlano molto chiaro: c’è ancora tanta strada da fare nel cammino per la libertà di stampa e di opinione.
Al convegno “Giornalisti aggrediti, colpevoli impuniti. Che cosa accade in Italia. L’allarme Onu”, svoltosi a Palazzo Madama, è intervenuto anche il presidente del Senato, Pietro Grasso. “Non possiamo restare indifferenti. In questi cinque anni ho sempre ribadito la necessita’ di intervenire sul tema delle querele temerarie – ha sottolineato Grasso -, certamente meno pericolose delle minacce di morte o aggressioni fisiche, ma che incidono pesantemente sull’attivita’ dei giornalisti”.
“Purtroppo – ha concluso la seconda carica dello Stato – temo che, a meno di una tardiva ma ben accetta eventuale assunzione di responsabilita’ in Parlamento, la legislatura rischi di chiudersi, ancora una volta, senza l’approvazione di tali norme”. Un’altra, l’ennesima sconfitta di una politica inconcludente.
Cosa fare, allora? “Tra le proposte, riconoscimento giuridico della figura del giornalista, depenalizzazione del reato di diffamazione e abolizione del carcere”, conclude la nota. E poi, tra l’altro, “introduzione del reato di ostacolo all’informazione, spese processuali non piu’ a carico del reporter assolto”.
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