“Dobbiamo impedire che chi cerca una vita diversa sia sfruttato dai trafficanti di essere umani, che sono gli stessi che trafficano droga e armi. Bisogna favorire la crescita nei loro Paesi e nel contempo dobbiamo favorire una migrazione regolare che permetta a queste persone che vogliono lasciare il loro Paese, di poter trovare un lavoro sicuro e di avere tutti i diritti di un lavoratore”. Lo ha spiegato Tajani alla cerimonia di commemorazione della tragedia di Marcinelle, in Belgio.
“Grazie a questi lavoratori l’Italia è risorta dopo la Seconda guerra mondiale. Hanno contribuito a farci diventare la seconda manifattura d’Europa e farci entrare nel G7. Il loro sacrificio non va dimenticato”.
Sono passati 67 anni dalla strage dei 136 minatori italiani morti per asfissia o ustioni, a oltre mille metri di profondita’, nel pozzo n.1 – il ‘Bois du Cazier’ – divorato dalle fiamme, a Marcinelle (Belgio). Una tragedia che condiziono’ i primi passi dell’Europa a un anno dalla firma del Trattato istitutivo della CEE, la Comunita’ Economica Europea. E che impone tuttora all’Italia di riflettere “e continuare a lavorare” per impedire altri sacrifici di lavoratori, italiani o stranieri.
Antonio Tajani (che in passato aveva partecipato alle commemorazioni nella veste di presidente dell’Europarlamento) quest’anno ha interpretato la ricorrenza come occasione per riflettere sulle vecchie e sulle nuove migrazioni, dopo che il Mediterraneo anche ieri e’ stato teatro dell’ennesima tragedia di disperati, riaccendendo cosi’ i riflettori su ferite ancora aperte: quella delle scarse tutele sul posto di lavoro e delle migrazioni non regolamentate.