“L’8 agosto, giorno in cui perirono a Marcinelle 262 minatori, di cui 136 italiani, ricorre la giornata del Sacrificio e del Lavoro italiano nel mondo. Una data scelta per ricordare i tanti nostri connazionali che hanno perduto la vita nelle realtà nelle quali si erano recati per lavorare e per migliorare la loro condizione e, più in generale, per richiamare all’attenzione di tutti i costi umani che ad ogni migrazione sono connessi. Quest’anno la ricorrenza è associata ad un altro terribile evento, quello di Mattmark, dove il 31 agosto di cinquant’anni fa scomparvero sotto una montagna di ghiaccio e di fango 88 lavoratori e tecnici, di cui 56 italiani”. Così in una nota i deputati eletti all’estero del PD: Farina, Fedi, Garavini, La Marca, Porta, Tacconi.
“Eventi – proseguono – che richiamano simbolicamente le tante tragedie di lavoro che si sono susseguite in un secolo e mezzo di emigrazione e che hanno mietuto centinaia di migliaia di vittime e provocato milioni di inabili.
Ricordiamo questi dolorosi aspetti degli espatri degli italiani mentre si susseguono senza pausa le tragedie degli attraversamenti di mare e dei passaggi di frontiera di altre centinaia di migliaia di migranti in fuga dalla guerra e dalla fame, anche in questo caso semplici avanguardie dei milioni di migranti che, a ritmi crescenti, si muovono ogni anno tra le diverse aree del mondo.
Ci vuole una scorza umana e morale che noi francamente non possediamo, né vogliamo avere, per ricordare e piangere i nostri migranti e lasciare invece al loro destino o addirittura contrastare altri migranti che non parlano la nostra stessa lingua o non hanno lo stesso colore della nostra pelle. Ci ostiniamo a rifiutare l’idea che le migrazioni possano essere concepite e accettate solo se giustificate dalle regole del mercato del lavoro internazionale, ignorando o mettendo in secondo piano i diritti umani della salvaguardia della propria esistenza, dell’accoglienza e della solidarietà, della ricerca di miglioramento per sé e i propri figli, di un lavoro sicuro e regolamentato, dell’elevamento culturale, del rispetto umano, della dignità sociale.
Aspirazioni che gli emigrati italiani hanno nutrito e testimoniato nel corso della loro lunga vicenda umana e sociale, sulle quali hanno costruito il loro spazio e il loro futuro in società diverse, migliorando loro stessi e contribuendo a sviluppare le realtà nelle quali si sono insediati e integrati.
Il ricordo e le affermazioni di principio, pur importanti, tuttavia non bastano. Verso i migranti, è il tempo delle responsabilità. E degli impegni politici e istituzionali, oltre che morali e sociali. Per questo, nella nostra collocazione istituzionale e nelle forme che le regole parlamentari consentono, continueremo a lavorare perché i migranti, tutti i migranti, ricevano attenzione e solidarietà. Le indicazioni e le priorità che assumiamo dalla giornata del Sacrificio del lavoro italiano nel mondo sono: la sicurezza nei luoghi di lavoro, l’impegno per l’occupazione, la vicinanza e il sostegno dei nuovi migranti italiani che continuano a partire da ogni regione, la tutela della vita e la civile accoglienza per chi approda nel nostro Paese, un’Europa aperta e solidale non solo per chi vi risiede ma anche per chi vi cerca promozione umana e integrazione culturale e sociale”.
“E’ questo – concludono Porta, Fedi e colleghi – anche il modo migliore per convertire i migranti da vittime della violenza, del bisogno e dell’intolleranza in portatori di pace, di benessere e di incontro tra le culture e le civiltà del mondo”.
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