I 5Stelle hanno ritirato il divieto verso Atlantia per l’eventuale ingresso in Alitalia, a fianco di Ferrovie. Ma, dopo il disastro del ponte di Genova, mantengono invece lo stop ad Autostrade, con la revoca della concessione, prevista da un precedente contratto, con altro governo.
Per quanto appaia popolare elettoralmente il persistente rifiuto, oggi, a me sembra privo di razionalità e buon senso. Per tre – almeno tre – motivi inoppugnabili.
Il primo: le procedure prevedono una formale contestazione da parte del Ministero competente (verso le quali, ovviamente, Autostrade potrebbe appellarsi). L’iter sarebbe lungo. E tuttavia, dopo più di dieci mesi dalla catastrofe, la contestazione formale non c’è stata. Incredibile forse, ma così è.
Il secondo motivo: a quanto mi risulta, all’interno della stessa commissione ministeriale esistono forti dubbi e scetticismo sul buon esito dell’eventuale contestazione (e forse per questa ragione non è mai stata compilata).
Terzo motivo: sulle responsabilità della catastrofe è in corso un’indagine giudiziaria, complessa, ben lontana dalla conclusione. Come si può dunque mantenere il rifiuto ad Autostrade, senza le contestazioni previste dalla legge, per di più in presenza di forti dubbi all’interno del Ministero, e per di più quando l’indagine giudiziaria non è conclusa? Il rischio è che un eventuale (probabile, forse inevitabile) risarcimento ad Autostrade – se la revoca sarà confermata – polverizzerebbe una montagna di denaro pubblico.
Intendiamoci bene: io sono dalla parte di Genova e delle vittime, sempre. Ma con giudizio! E questa riflessione non é né a favore di Autostrade, né gli è ostile: parte, semplicemente, dall’analisi della realtà. Per aiutare Genova la prima cosa concreta da fare é la ricostruzione in tempi brevi del ponte, insieme con sostegni reali e solidarietà alle famiglie delle vittime. Ma questo, al di là delle chiacchiere più volte sbandierate, non sta affatto avvenendo.