Non solo Marcinelle. C’è infatti anche un’altra tragedia che colpì gli italiani emigrati in cerca di lavoro nel secondo Dopoguerra: successe a Mattmark, in Svizzera (valle di Saas, Canton Vallese), il 30 agosto del 1965.
Il distacco di un fronte del ghiacciaio Allalin colpì il sottostante cantiere della diga che si stava costruendo in materiali naturali come roccia e terra.
Nella valanga perirono 88 lavoratori tra cui 56 italiani. Tra loro anche degli emigranti dal Friuli Venezia Giulia: Mario De Celia di Gorizia, Alessio Ceccon e Luciano Specogna di Torreano. Ancora li ricorda ogni anno, affinché la memoria di questa tragedia non si affievolisca, un loro compagno di lavoro che invece, in quella triste giornata, riuscì a salvarsi e a prestare i primi soccorsi.
Si tratta di Ilario Bagnariol, nato a Fiume Veneto nel 1942, che ancora vive in Svizzera con la famiglia.
Presidente del Segretariato EFASCE di Ins/Lyss anche in questo 2024 – 59mo anno dalla tragedia – come ogni anno si è recato alla cerimonia commemorativa ufficiale svoltasi il 31 agosto. Ad accompagnarlo questa volta due suoi nipoti, terza generazione di friulani nel Paese elvetico: Christelle Bagnariol e Krebs Larissa Bagnariol.
“Ritengo doveroso non mancare – dichiara Ilario Bagnariol – perché la memoria dei nostri concittadini italiani e in particolare dei tre friulani, va onorata”.
Furono oltre un milione i metri cubi di ghiaccio che si abbatterono sul cantiere, situato a quota 2200 metri d’altitudine. Il ricordo di quel giorno è ancora vivo per Bagnariol, che era uno degli addetti ai bulldozer, sui quali stava lavorando.
“E il rumore della macchina – ricorda – copriva tutto, tanto che non mi stavo accorgendo di nulla. Ad un tratto sentii un picchiettio: era un capocantiere che attirava la mia attenzione tirandomi dei sassi sul mezzo e grazie a questo, infine, vidi l’enorme massa di ghiaccio che scendeva a valle a una velocità spaventosa”. Un attimo, ma decisivo: Bagnariol si mise in salvo, però vide una scena straziante.
“La valanga – aggiunse – travolse tutto, uomini, macchine e baracche seppellendole sotto 20/50 metri, arrestandosi infine in un silenzio assordante”.
Alla cerimonia 2024, in cui Bagnariol è intervenuto come testimone dei fatti insieme a Maria Testa (95 anni) che all’epoca operò come infermiera, erano presenti per rendere omaggio alle vittime anche l’ambasciatore d`Italia a Berna Gian Lorenzo Cornado, la console generale d’Italia a Ginevra Nicoletta Piccirillo, l’onorevole Antonio Ricciardi presidente del gruppo interparlamentare Italia-Svizzera, Gennaro Praticò presidente delle Colonie italiane di Briga Vallese. E inoltre Domenico Messiano presidente del Comites Vallesano e nuovo presidente del comitato commemorativo in vista del sessantesimo anniversario, Filippo Ciavaglia presidente della III Commissione del Cgie svizzero, Michele Scalo coordinatore Intercomites svizzero, Alwin Zurbriggen sindaco di Saas Almagell. Padre Costante e padre Giovanni di Bergamo insieme ad altri prelati hanno celebrato la Santa Messa.