Nella mattinata di giovedì arriverà a Pozzallo la nave Aquarius, di Sos Mediterranee e Medici senza Frontiere, con a bordo quasi 400 migranti – 373 per la precisione – salvati in acque internazionali, al largo della Libia, nella notte tra Natale e Santo Stefano, nel corso di diverse operazioni di salvataggio.
I naufraghi provengono da una ventina di paesi diversi, dicono. Provengono in maggioranza da Eritrea e Marocco ma anche da Libia, Etiopia, Guinea Conacry, Costa d’Avorio, Mali, Nigeria, Pakistan, Somalia, Sudan. Decine i minori, alcuni non accompagnati.
Un giovane eritreo di 28 anni ha raccontato ai soccorritori della nave Aquarius che l’imbarcazione sulla quale si trovava aveva lasciato la costa libica il giorno di Natale: “Noi eritrei – ha spiegato – il 25 dicembre lo chiamiamo Natale italiano, dal tempo in cui l’Italia aveva colonizzato l’Eritrea. Forse per questo siamo stati fortunati e siamo stati soccorsi”.
Uno dei giovani migranti, parlando con i soccorritori ha detto: “Rischiamo la vita, ma e’ meglio annegare che essere arrestato dalla Marina libica. E’ come se stessimo vivendo di nuovo la schiavitu’. I neri sono i loro schiavi, questo e’ quello che pensano in Libia oggi”.
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