Gian Franco Rotondi ha ricevuto dei proiettili nella giornata di ieri: “Nella cassetta della posta di casa mia ho trovato tre proiettili. Non mi era mai successo, anche se è un episodio non nuovo nella vita politica italiana. Meglio così che in corpo il proiettile”.
“Li ho trovati nella mia cassetta delle lettere, che è stata anche forzata. Questo mi pare strano – osserva a Radio Cusano Campus il leader di Rivoluzione Cristiana -, perché uno che infila una cosa del genere la mette nella buca e se ne va”.
La politica deve abbassare i toni secondo Rotondi: “Attraversiamo una fase molto delicata. L’antiCasta è come l’Isis. Il rischio non viene da un’organizzazione ma da un individuo pazzoide che eccitato dalla piazza e dall’antipolitica può interessarsi il compito di liberatore del popolo. Sono preoccupato per il tono che il confronto politico sta assumendo. Presto ci sarà qualche proiettile che gira per aria, perché quando usi le parole come pietre, la spari sempre più grande e più alta, dimentichiamo che davanti a noi c’è un pubblico che non viene ad ascoltarci rilassato come a teatro, ma che mette la propria vita nelle mani dei politici che elegge. Noi politici dobbiamo abbassare i toni”.
Perché i proiettili e perché proprio a Rotondi? “Non so perché mi abbiano mandato questo messaggio, lascio lavorare gli inquirenti, anche se ho subito pensato che questo fatto fosse connesso alla mia posizione sui vitalizi, perché questi proiettili erano avvolti in un giornale in cui si parlava di vitalizi. Io ho pensato subito a qualcuno che non abbia apprezzato il mio ‘meglio la Casta’, ma non giungo a conclusioni, lascio lavorare le forze dell’ordine. Non credo al cittadino indignato che viene sotto casa mia, rischiando di essere identificato dalle telecamere, per fare un dispetto a un politico che gli sta sulle scatole”.
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