25 anni fa – esattamente il 22 maggio 1988 – moriva Giorgio Almirante e il giorno successivo Pino Romualdi. In quanti se ne sono ricordati? In quanti hanno riflettuto sulla lezione politica che hanno lasciato a chi ha avuto la fortuna di conoscerli? Ma c’è ancora spazio in Italia per un partito di destra democratica che in modo corretto ma fermo voglia rappresentare le istanze e le speranze di una parte degli italiani? Me lo chiedo ogni giorno vedendo la diaspora che ha diviso in gruppi e gruppetti l’un contro l’altro armato quello che fu il nostro mondo umano, politico e culturale.
Questa settimana ero in Via della Scrofa, a Roma, sede storica del MSI-DN e poi di Alleanza Nazionale. Quanti giorni (e quante notti) ho passato ad organizzare, decidere, sperare, lottare… ed è finito tutto. La Fondazione di Alleanza Nazionale è bloccata nel caos dalle polemiche e dei veti reciproci, l’ingente patrimonio immobiliare che fu del partito in gran parte è del tutto inutilizzato, gli uffici chiusi, quasi tutto il personale licenziato. Che tristezza.
Ricordo quando negli anni ’70 ci si autotassava per mantenere e acquistare le sedi delle federazioni provinciali (nessuno ce le dava in affitto: le bruciavano!), così come quando per fare propaganda in campagna elettorale il partito ti obbligava – anche come semplice consigliere comunale – a firmare e scontare cambiali. Oggi si parla di rimborsi spese nelle regioni che fanno vergognare e contiamo i Fiorito di turno. Forse è tempo che quei pochi che ancora se la sentirebbero di riprovare un’avventura cerchino prima di tutto con umiltà un terreno di confronto e non di scontro, ma con la serena volontà di ricostruire un rapporto umano prima ancora di tentare politicamente di rimettersi insieme, ma non c’è tempo da perdere o tutto sarà fatalmente dissolto, anche i ricordi dei ragazzi che fummo.
Ricordate quel manifesto elettorale di Almirante che ti guardava negli occhi chiedendo chi potesse fare altrettanto? Quanti, oggi, chiedendoselo nel profondo della loro coscienza, potrebbero ancora guardare negli occhi i propri elettori? Risolviamo questo problema di fondo e saremmo già a metà della strada.
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