“I tempi sono difficili, anche per le comunità all’estero, dove assistiamo all’abbattimento dei capitoli di spesa dello Stato riguardo gli italiani all’estero. Si passa dai 58 Mln € del 2008 ai previsti 16 mln. € per il 2012, un taglio del 72%, tra cui spiccano i decurtamenti per gli Enti gestori (scuola e cultura) del 76,5%, per l’assistenza il 75,5% e per il funzionamento dei Comites, un taglio minore del 30% e così via”.
È la poco entusiasmante fotografia che, dell’oggettivamente languente bilancio per gli italiani all’estero, disegna Lucio Albanese, rappresentante del CTIM di Norimberga e consigliere del locale Comites.
“A questo” rincara Albanese “aggiungiamo le cosiddette "riforme" degli organismi politici all’estero, Comites, Cgie, voto all’estero e rappresentanza parlamentare che, nonostante il lungo percorso, ancora non sono al traguardo definitivo. Contemporaneamente subiamo una ristrutturazione della rete consolare, composta da chiusure e declassamenti, che hanno procurato non poche difficoltà ai nostri connazionali nello sbrigare delle loro diverse pratiche amministrativo-burocratiche: passaporti, certificati ecc.”.
In ogni caso, dopo “questa scia di chiusure e tagli e dei conseguenti disagi” per l’esponente del CTIM “di certo il 2011 è stato l’anno della "Via Crucis" per centinaia e migliaia di pensionati INPS all’estero”.
Albanese snocciola, l’una dopo l’altra, le vicende che hanno caratterizzato quello che definisce il “tormentone” delle varie richieste di “verifica dell’esistenza in vita”.
"Dopo le annuali verifiche reddituali in primavera, con tutte le complicazioni e difficoltà dovute", racconta l’esponente del CTIM, arrivano prima una, poi una seconda e ancora una terza richiesta di verifica d’esistenza in vita, con tutte le problematiche collegate: “il doversi recare personalmente a un ufficio postale o della Western Union, muniti di un valido documento, a incassare la pensione; tutti coloro che – impediti per motivi di salute o perché non comprendono il contenuto della lettera – non sapendo che fare o a chi rivolgersi, il dover lasciar trascorrere i mesi e senza ritirare la pensione; molti,poi, non capiscono o hanno dubbi su quello che viene richiesto per compilare i moduli, come la richiesta di firmare davanti a un pubblico impiegato, che contemporaneamente deve anche firmare, timbrare e allegare alcuni dati come "testimone". Questo, in particolare”, sottolinea Albanese, “ci ha creato parecchie difficoltà, poiché un pubblico impiegato tedesco non è obbligato a farlo. Al massimo è obbligato a rilasciare un certificato d’esistenza in vita del comune dove risiede il pensionato,( documenti che in Germania in gran parte bisogna pagare). Dopo avere convinto l’impiegato pubblico/testimone, compilato e firmato il formulario d’esistenza in vita (da pensionato e "testimone"), si allegano copia del documento, di un estratto conto bancario recente e copia della bolletta pagamento del pensionato”.
“Tutto questo tormentone,insomma” ribadisce il rappresentante del CTIM “per un povero pensionato di età avanzata, con difficoltà nel capire l’italiano burocratico e che spesso non sa a chi rivolgersi e con problemi di salute, si commenta da solo, siamo al limite dell’impertinenza e ci si chiede, ma non ci sono altri metodi? A proposito, non è ancora finita, recentemente sono arrivate lettere dell’Istituto bancario ICBPI per ritirare la pensione di dicembre, presso uno sportello postale della Western Union, muniti di un documento. Ma, questa volta, grazie all’esperienza passata e al numero di lettere limitato, questa volta, dicevo, il pagamento e la terza verifica d’esistenza in vita e partita in modo più liscio e meno stressante”.
Il CTIM Franconia-Norimberga, riconosce Albanese, “comprende l’esigenza di campagna di verifiche (o certificati di esistenza in vita) per evitare truffe e abusi, ma ciò” rivendica allo stesso tempo “non può tramutarsi in pasticcio burocratico che mette a rischio il pagamento della pensione e tantomeno è accettabile che queste "verifiche" mutino in un trauma per centinaia migliaia di pensionati, che in maggioranza si trovano già in una precaria situazione”.
“Ci auguriamo” auspica, concludendo, Albanese “che per il nuovo anno l’INPS si curi di più dei propri pensionati all’estero, si renda conto delle proprie responsabilità e eviti quanto avvenuto in passato. A ogni pensionato INPS all’estero auguriamo tanta salute, di tenere i nervi saldi e di non farsi abbattere da questi inconvenienti”.
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