La spending review nel 2013 aveva lasciato a terra le Frecce Tricolori, che però in occasione della Festa della Repubblica di quest’anno sono tornate a volare, e per la prima volta lo hanno fatto sotto gli occhi attenti di un ministro della Difesa donna.
Roberta Pinotti, ministro della Difesa, ha sottolineato: "Il 2 giugno di sessantotto anni fa, gli italiani sceglievano questa nuova forma istituzionale. Non era un modo di rinnegare il passato, la storia che avevano vissuto, il percorso che aveva portato al Risorgimento, all’Italia unita e alla lotta per la Liberazione. Era, al contrario, una scelta pensata e voluta fortemente per potersi sentire cittadini più liberi e più partecipi delle scelte che li riguardavano. Da allora, l’Italia e gli Italiani sono cambiati in tante cose, ma sono rimasti uguali i valori che ci animano, la nostra cultura, la volontà di fare bene e di contribuire ad un futuro migliore, per il mondo che abbiamo attorno e per i figli che verranno".
Un 2 giugno, quello 2014, che ha anche voluto dedicare maggiore attenzione alla situazione dei due marò del battaglione San Marco detenuti in India.
La tradizionale parata del 2 giugno ai Fori Imperiali è iniziata, come sempre, con l’omaggio delle alte cariche dello Stato al Milite Ignoto. Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, osannato dalla folla, alla fine si è compiaciuto con il ministro della Difesa Roberta Pinotti "per la perfetta organizzazione della manifestazione e l’impeccabile sfilamento dei reparti militari e delle rappresentanze civili".
Napolitano, nel suo messaggio al Capo di Stato Maggiore della Difesa, l’Ammiraglio Luigi Binelli Mantelli, ha sottolineato che le Forze armate italiane "attraverso il processo di profonda riorganizzazione intrapreso, vogliono decisamente rafforzare le capacità umane e tecnologiche e la prontezza di impiego per assolvere con efficacia i propri compiti, ricercando nella dimensione europea la principale direttrice di integrazione e di sviluppo".
"Gli stati europei, che un secolo fa si combattevano con feroce accanimento, oggi sono uniti sotto la stessa bandiera. Nel nome di comuni valori di libertà, giustizia ed eguaglianza, perseguono insieme la prosperità, lungo un irrinunciabile percorso di integrazione economica, politica e istituzionale”.
“Anche per l’Europa – ha proseguito il capo dello Stato – la pace non è un bene definitivamente acquisito. Lo dimostrano l’acuirsi di gravi focolai di tensione a ridosso dei confini dell’Unione e il necessario, costante impegno della Comunità internazionale nella gestione delle crisi e nel contrasto del terrorismo e della criminalità organizzata. Nel mondo della competizione economica e della globalizzazione, gli strumenti militari dei paesi democratici sono chiamati ad assolvere compiti vitali di dissuasione, prevenzione e protezione per la sicurezza dei cittadini e a tutela della legalità. Di questa complessa e delicata realtà sono da tempo consapevoli protagoniste le Forze armate italiane", che hanno ormai acquisito una "dimensione europea".
"Le Forze armate – ha aggiunto l’inquilino del Quirinale – meritano il profondo apprezzamento del Paese per la professionalità, la dedizione al servizio e il valore dimostrati in tutti i teatri operativi, anche nelle situazioni più difficili".
Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, al termine della parata è rientrato a piedi a Palazzo Chigi, concedendosi alle battute e ai selfie dei cittadini che, in tantissimi, lo hanno fermato lungo via del Corso per uno scatto o un incitamento.
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