Quella del 2 giugno è una festa importante per gli italiani, si celebra la nascita della Repubblica e, anche quest’anno, nonostante la spending review le forze armate hanno reso omaggio alla scelta democratica del 1946 con una parata militare lungo i fori imperiali di Roma. Una cerimonia di soli cinquanta minuti con sfilata certamente molto ridotta e poco pubblico, nonostante la giornata di sole.
Il clima di austerity adottato dal Quirinale, che nei giorni scorsi aveva già annullato il tradizionale ricevimento nei giardini di Palazzo, è stato condiviso da governo e Forze Armate che hanno fatto sfilare solo una piccola rappresentanza degli uomini in divisa, annullando il tradizionale passaggio della pattuglia acrobatica delle Frecce Tricolore sull’altare della Patria e la sfilata dei mezzi corazzati in dotazione.
Il presidente della Repubblica ha aperto la cerimonia con l’omaggio al milite ignoto e la deposizione della corona d’alloro a Piazza Venezia per poi recarsi, senza grande clamore, in tribuna d’onore dove ha salutato più di una volta i ministri vecchi e nuovi e tutte le autorità.
Il momento sicuramente più sentito dal pubblico è stata la sfilata degli uomini della marina militare ed in particolar modo del battaglione San Marco. Non è mancato in quel momento il ricordo dei due marò detenuti in india, Girone e Latorre, probabilmente in ascolto della trasmissione, mentre al fianco del ministro della Difesa sedevano i genitori dei due militari italiani. La Brigata Sassari ha cantato il suo inno di guerra, Forza Paris, mentre la sfilata si è conclusa con la tradizionale corsa dei Bersaglieri con la fanfara e le piume al vento.
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