Grande evento al teatro Coliseo di Buenos Aires, tenutosi lo scorso 5 giugno, per celebrare la Festa della Repubblica Italiana. A raccontarlo è Walter Ciccione su Tribuna Italiana. Presenti, oltre alle autorità diplomatiche, a cominciare dall’ambasciatore Teresa Castaldo e dal Console generale Riccardo Smimmo, e la direttrice dell’Istituto di Cultura, Prof.ssa Maria Mazza, anche Luigi Pallaro, ex senatore e presidente di Feditalia; Dario Signorini presidente di Fediba del Comites di Buenos Aires, così come altri membri dei due enti; Arturo Curatola, vicepresidente della Camera di Commercio Italiana; Julio Croci, Direttore Nazionale di “Pluralismo e Interculturalidad” e, naturalmente, tanti presidenti di federazioni e associazioni della nostra collettività.
“A un certo punto, senza alcuna presentazione e in mezzo al sorprendente buio della sala, tra le ombre, è emersa nello scenario la figura di Peppino di Capri, il quale seduto davanti al piano, senza fretta e senza pause, ha fatto il suo concerto durato circa 90 minuti durante i quali la platea ammaliata ha seguito i suoi grandi successi di ieri e di oggi, un repertorio, quasi un dizionario della canzone classica italiana e napoletana dell’ultimo mezzo secolo”, scrive Ciccione.
“Peppino di Capri, col suo spirito disinvolto, caldo e contagioso, ha mostrato la capacità di svegliare nei presenti sentimenti che sembravano smarriti, strappandoci per un po’ dalle complessità della vita di tutti i giorni. La chiusura dello spettacolo è stata una apoteosi, con la sala completamente illuminata e il pubblico in piedi acclamando l’artista e chiedendo i bis di alcune canzoni, richiesta che Peppino di Capri ha esaudito visibilmente commosso dal fervore del pubblico, davanti al quale non ha esitato a manifestare la sua sorpresa per il calore: ‘Siete 1700 persone e vi porterò nel cuore’, ha esclamato. Noi pure, caro Peppino, anzi da stasera sarai il Peppino di Baires”.
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