“Terribile, veramente terribile. Quello che sta emergendo è di una gravità assoluta”. Queste le prime parole rilasciate da Ilaria cucchi, sorella di Stefano, ai microfoni del programma “Legge o Giustizia” su Radio Cusano Campus.
Dal processo che vede imputati cinque carabinieri è già emerso che i vertici dell’Arma sapevano dei verbali falsificati.
“Mio fratello è morto otto anni fa. Sin dal principio sapevamo che le cose erano andate così. In passato sono stati portati avanti dei processi che, di fatto, erano processi a Stefano e alla mia famiglia. Era tutto sbagliato, dagli imputati ai capi d’imputazione. Sembrava che la responsabilità della sua morte fosse di Stefano stesso. Oggi ormai abbiamo la certezza del violento pestaggio che ha subito e stanno venendo fuori i responsabili. E’ stato possibile perdere tutto questo tempo grazie a delle persone che per anni hanno taciuto la verità. Queste non sono solo i diretti interessati ma addirittura i vertici dell’Arma dei Carabinieri”.
“Noi in questa vicenda giudiziaria siamo andati avanti rispettando le regole mentre qualcun altro sapeva tutto fin dal principio e non ha detto nulla. Se la mia famiglia avesse deciso di non lottare nessuno avrebbe saputo la verità e nessuno avrebbe pagato per la morte di Stefano. Ora mi auguro che si vada avanti e che la storia non finisca qui”.
Come mai certe verità stanno venendo fuori solo ora? “Devo ringraziare la Procura di Rome le indagini della Squadra Mobile. Certe verità stanno venendo fuori solo ora perchè le prove sono schiaccianti ed evidenti e perché prima nessuno aveva voluto veramente approfondire su quel fronte. Chi avrebbe potuto fare di più? Prima dell’arrivo di Pignatone e di Musarò tutti avrebbero potuto fare qualcosa di diverso, a partire dei giudici per arrivare ai periti e medici legali. Si sono spese energie solo per dimostrare che Stefano era morto per colpe sue”.