“Nella bolletta elettrica delle seconde case e della casa degli Italiani all’estero salgono gli oneri di sistema”. Lo evidenzia il Deputato eletto all’estero Alessio Tacconi (PD) che annuncia la presentazione di un’interrogazione parlamentare al Ministro dello Sviluppo Economico.
“L’Autorità per l’energia elettrica il gas e il sistema idrico, infatti, in attuazione della legge n. 96 del 2013 e del decreto legislativo 4 luglio 2014, n. 102 ha varato una riforma delle tariffe elettriche che interessa, a regime, oltre 30 milioni di utenti domestici”.
“Lo scopo dichiarato della riforma – continua il Deputato – è quello di incoraggiare l’efficienza energetica, come del resto viene chiesto anche dalla Direttiva Europea 2012/27/UE. La riforma prevede il superamento della “struttura progressiva” della tariffa, cioè il costo unitario per kWh che cresce per scaglioni in relazione all’aumento dei consumi. Quindi, mentre il costo della materia energia, misurata in kWh, viene fatturato in base all’effettivo consumo, i costi per i servizi di rete e per gli oneri generali di sistema sono fatturati in egual misura per tutte le utenze. E’ ovvio, quindi, che con la nuova tariffazione sono avvantaggiati gli utenti che consumano di più e penalizzati quelli che consumano meno”.
Tacconi condivide l’intenzione di ottenere una tariffa più lineare, più trasparente e probabilmente più adatta a stimolare investimenti per un sistema energetico più sostenibile, derivante in maggior misura da fonti rinnovabili, e apprezza lo sforzo per arrivare ad una maggiore equità nei confronti di quelle famiglie numerose che per ovvie ragioni sono costrette a consumare di più, ma sottolinea che la penalizzazione per le famiglie il cui consumo resta al di sotto di un numero minimo di kWh in un anno è eccessiva, cosa che avviene per le utenze domestiche non residenziali.
“Con la mia interrogazione al Governo – aggiunge Tacconi – voglio evidenziare soprattutto la scarsa equità delle tariffe applicate alle utenze domestiche non residenziali dei cittadini residenti all’estero ed iscritti all’AIRE che utilizzano la fornitura soltanto per brevi periodi, in occasione delle ferie estive, e spesso nemmeno tutti gli anni”.
“Infatti mi sono stati segnalati molti casi di nostri connazionali oltre confine che non riescono a capacitarsi come, per la semplice esistenza di un contratto di fornitura elettrica, essi debbano pagare la ragguardevole cifra di 280 Euro all’anno senza che ne usufruiscano minimamente. Più di uno, infatti, mi ha fatto notare che la bolletta bimestrale tipica si compone delle seguenti voci: spesa per la materia energia Euro 7,16 (anche in assenza di consumi); spesa per il trasporto e la gestione del contatore Euro 14,00; spesa per oneri di sistema Euro 21,24; IVA del 10%, per un totale di Euro 46,64 al bimestre o Euro 279,84 all’anno”.
Partendo da queste considerazioni, l’On. Tacconi ritiene che le nuove tariffe siano un’inutile vessazione che va ad aggiungersi alla pesante tassazione immobiliare e alla miriade di altri balzelli che gravano sulla casa posseduta in Italia dagli Italiani residenti all’estero, ancorché usata solo sporadicamente, e chiede perciò modifiche alla riforma tariffaria in maniera tale da prevedere che per le utenze che non raggiungono in un anno un consumo minimo di 300 kWh, che rappresenta il consumo medio mensile di una famiglia di 3-4 persone, si applichi, oltre alla tariffa per la materia energia, un canone bimestrale onnicomprensivo nell’ordine di Euro 20.
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