L’1 dicembre si celebra il World Aids Day, la Giornata Mondiale contro l’Aids. Una specifica analisi della situazione ha riportato dei dati preoccupanti.
Da tempo si parla sempre meno di aids, come se fosse qualcosa che è quasi scomparso, o come se fosse una specie di fenomeno di nicchia, dedicato solo a una minima parte della popolazione. E invece no, non si deve mai abbassare la guardia. Fondamentale è la prevenzione.
I dati di servizio del testing HIV, rivelano che il 60% dei testati ha già avuto rapporti a rischio. L’87% è di sesso maschile e l’80% è omosessuale.
Un dato importante è che il 20% dei testati non aveva mai effettuato un test HIV, a conferma dell’importanza del servizio nel raggiungere un target che non si rivolgerebbe al servizio ospedaliero.
Il 64% dei testati infatti preferisce servizi di test in ambito non ospedaliero, simili a quelli del checkpoint. Il 26% dei testati invece ha meno di 25 anni, categoria particolarmente a rischio e vulnerabile per mancanza di informazione.
Allarmante che il 60% dei testati, dato in crescita, non ha usato il preservativo almeno in un rapporto durante l’anno, esponendosi così ad alto rischio.
A diffondere queste notizie è Arcigay Roma, che ha pubblicato i dati del servizio di testing HIV, effettuato presso check-point specifico e gratuito. I numeri sono relativi al periodo post lock down, ed è da evidenziare come ancora ad oggi sia difficile l’accesso al test. L’analisi ha infatti evidenziato e confermato una forte richiesta di servizi di questo tipo sul territorio, in orari e luoghi non ospedalieri, e ad oggi le poche realtà presenti sui territori sono gestite solo su base volontaria o con fondi limitati. Pertanto sarebbe necessario fare appello alle Istituzioni, per stanziare i fondi per supportare i checkpoint per le malattie sessualmente trasmissibili ed HIV, evitandone la chiusura, come avviene nelle principali città europee.