Il successo dell’antipolitica. L’astensionismo sul podio più alto alle recenti elezioni in Sicilia. Gli italiani ne hanno piene le scatole della politica e dei politici. L’hanno anche urlato con forza disertando le urne nell’isola e lo ripetono con chiarezza al cinema. L’antipolitica trionfa sul grande schermo. Vince la commedia all’italiana inzuppata di satira politica. “Viva l’Italia” si è presa il primato degli incassi nello scorso week end.
Un successone, 1.436.987 euro, poco meno di due milioni incassati ai botteghini delle sale italiane. Massimiliano Bruno il regista, interpreti principali Michele Placido, Alessandro Gassman, Raoul Bova, Claudia Angiolini, Rocco Papaleo. Una storia semplice, molto attuale, uno sberleffo alla politica, tra escort e corruzione bipartisan. Nulla di nuovo sotto il cielo d’Italia, portata però al cinema con classe: niente momenti grevi.
“Viva l’Italia” sul podio sul più alto degli incassi e con il film l’antipolitica. Al cinema non accadeva da anni, in cui hanno dominato le produzioni statunitensi, favorite dalla deludente produzione italiana. Chissà che il risveglio italiano non cominci al cinema. Massimiliano Bruno e la sua band forse vogliono aprirci gli occhi e far capire a quelli che si ostinano a non capire dov’è il vero marcio in Italia. E come nasce e si sviluppa la MalaItalia degli imbrogli e degli scandali. Basta saperle dire e rappresentare le cose. Il pubblico mostra di gradire, la concorrenza cinematografica lasciata per strada.
“Le belve” si è fermato a poco più di un milione di euro, incassi a decrescere ampiamente hanno realizzato nello scorso week end “Ted”, “Gladiatori di Roma” e “The Possession”. Lontani tutti da “Viva l’Italia”, il top mentre ancora non erano noti risultati e sentenze delle elezioni regionali in Sicilia. Il pubblico applaude: si riduce ai minimi termini lo spessore, il gap, la differenza, il distacco, il confine tra antipolitica e qualunquismo. “Vita l’Italia” è avanti anni luce a “Cetto La Qualunque”. Siamo poi su due piani completamente diversi.
Michele Placido, nella fiction cinematografica, è un politico senza scrupoli. Uno spregiudicato avventuriero che incassa milioni di contributi. Il Fiorito di turno, il Batman cinematografico del regista Massimiliano Bruno. L’uomo politico Michele Placido si vende al migliore offerente. Dopo aver sofferto di un ictus mentre è a letto con l’amante, smarrisce del tutto i freni inibitori e si lascia andare. Comincia a dire la verità, abbattendo le colonne su cui aveva costruito la sua fortuna politica. Sputa saliva sull’etica personale: non ha mai creduto in Dio, la famiglia è una grande rottura di palle. Tout court, la cronaca attuale della politica rappresentata al cinema.
Un applauso all’antipolitica. Michele Placido in carrozzella, all’ospedale passa davanti a tutti, un popolo in attesa. Il sistema sanitario tradizionale funziona così: “Non c’è anomalia, io sono ricco e passo avanti, tu sei povera e ti attacchi”. Ovvero, lo prendi in quel posto. Il film è una scomoda commedia. Un messaggio forte che il pubblico destinatario ha raccolto con grande favore. Il lavoro denuncia i gravi e vasti peccati della casta, rappresentando inoltre la voglia palese di fustigare i vizi degli italiani. Il linguaggio del film risulta di agevole digeribilità, riesce a parlare a quasi tutte le categorie di persone. Raul Bova interpreta il figlio di Michele Placido: Rocco Papaleo è il manager di Ambra Angiolini, innamorata persa di Edoardo Leo; Alessandro Gassman nei panni di uno dei tre figli del politico corrotto.
Il genere è riconoscibile nella tradizione del vero, buon film italiano. Anche qui nulla di nuovo sotto il cielo del nostro Paese: questo messaggio sociale si ricollega con le epoche d’oro del cinema italiano. Mario Monicelli, Dino Risi, Francesco Rosi, e quanti altri. Gli autori, da un po’ di tempo, hanno recuperato la via della commedia all’italiana. Un esempio: Sorrentino che ha scelto Verdone per il suo nuovo film.
In definitiva, “Viva l’Italia” rappresenta in senso compiuto il malcostume della politica con le sue inesauribili esibizioni di sconcezze. Le escort, la corruzione, il ladrocinio, l’arroganza, l’imbroglio, e quant’altro c’è di pessimo nel quotidiano della casa e del Palazzo. Senza distinzione di tra destra, sinistra e centro, se ancora esiste. Il malcostume e questo film per rappresentarlo. L’esito delle elezioni in Sicilia per dire che l’astensionismo si avvia a diventare il primo partito in Italia. L’antipolitica vince, e se avesse ragione quel populista di Beppe Grillo? “Viva l’Italia”, quella del film.
Discussione su questo articolo