Giuliano Ferrara, direttore del Foglio, dopo aver diffuso un cliccatissimo video in cui si imbelletta con un rossetto (che vi proponiamo in questa pagina), ha organizzato a Roma, a Piazza Farnese, una manifestazione dal titolo “Siamo tutte puttane”, contro la sentenza di condanna inflitta a Silvio Berlusconi nell’ambito del processo Ruby.
“Siamo contro il moralismo acido. Queste signore (riferendosi alle varie Olgettine, ndr), che sono esseri umani, sono state mortificate da una campagna acida. Io, che non sono cattolico né credente ma sono culturalmente un cristiano, quando mi portano l’adultera dico: chi è senza peccato scagli la prima pietra! Il mio discorso ‘siamo tutte puttane’, vuole dire appunto questo. E’ uno slogan evangelico, a suo modo. Vuol dire ‘riflettete bene prima di puntare il dito contro gli altri’. E tutte queste buzzicone di moraliste che hanno fatto la campagna ‘Se non ora quando’, sono persone spregevoli, punto e basta!”.
“Ma quella è Daniela Santanchè?”: a un certo punto Ferrara individua la pasionaria del PdL fra le persone presenti in piazza, alcune centinaia, e la invita a salire sul palco. Lei fa un saluto: “Bisogna avere il coraggio di manifestare”.
Ferrara riprende la parola: “Siamo tanti, è un successo, sappiate che domani diranno che è stato un flop. Siamo in una delle piazze più belle di Roma. Ho parlato dipinto di rossetto perché ho voluto dare il senso, con il rossetto sulle mie labbra immacolate di predicatore, che c’era anche della leggerezza in questa manifestazione e che un tocco di leggerezza femminile poteva inserirsi come un elemento in più del nostro ragionamento”.
“So che siete molto arrabbiati – ha continuato Ferrara -, perché toccano il vostro beniamino, Berlusconi. Avete come un fuoco in pancia. La rabbia deve valere per tutte le ingiustizie italiane, per il modo in cui siamo trattati e sono trattate le nostre più radicali libertà. Non c’è niente di male nel fatto che che B sia carismatico, non c’è nulla di male nel volergli bene. Ma detto questo, l’importante è fare muro contro coloro che vogliono abbattere un sistema di divisioni di poteri, in cui i magistrati fanno giustizia applicando la legge e non fanno politica distorcendo il senso della legge con condanne aberranti contro persone contro cui nulla si può dimostrare". E poi, rivolgendosi alle toghe rosse: "vergogna dottoressa Boccassini, vergogna giudici di Milano!", e "viva Berlusconi, anche con i suoi errori, viva Berlusconi!".
Il giornalista lascia la parola a Daniela Santanchè: “Grazie, sono qua perché abbiamo un uomo coraggioso, Giuliano Ferrara. Dobbiamo tornare in piazza perché abbiamo una motivazione importante, la nostra libertà. Credo che nessuno di quelli in questa piazza oggi e tanti altri milioni di italiani permetteranno che il nostro leader B venga messo in galera. Sono indignata come donna di fronte a una sentenza come quella di ieri. Ieri ero in tribunale, volevo sentire leggere quella sentenza, una sentenza letta da donne che hanno usato altre donne per condannare a morte Silvio Berlusconi. Perché ricordate che l’interdizione a vita dai pubblici uffici per un politico vuol dire una condanna a morte”. “Oggi – ha proseguito l’esponente PdL – siamo un Paese un po’ addormentato, continuiamo a credere alle balle, di fronte a una crisi come quella che viviamo siamo qui a discutere se un punto di Iva debba essere o no rimandato di qualche mese. Dobbiamo tornare in piazza a combattere. Ci renderemo conto di quanto è preziosa la libertà solo quando ce la toglieranno e la stanno togliendo a Silvio Berlusconi”.
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