Vincenzo Amendola, sottosegretario agli Esteri, in audizione in Commissione Esteri e Comitato per le questioni degli italiani all’estero al Senato sulle politiche relative agli italiani all’estero, con particolare riguardo alla riforma degli organi di rappresentanza, ha detto: "La nuova emigrazione ha bisogno di servizi diversi di quelli di prima, basti pensare al Consolato di Londra che ha dovuto sviluppare il progetto Primo Approdo per dialogare con la nuova immigrazione che non si iscrive all’Aire. Lo sforzo nostro è sviluppare dei sistemi che aiutino la rete consolare a essere meno oberata di lavoro e poter fornire servizi migliori, per esempio con consoli onorari e consolati itineranti".
"Per garantire un servizio dobbiamo fare una mappatura dei servizi richiesti: in America Latina quello che più ci obera è la richiesta di cittadinanza, in altre sedi la richiesta di documenti, in altri dai registri navali. Fatta questa mappatura, noi dobbiamo riorganizzare servizi consolari tenendo presenti le ristrettezze economiche. In Italia dobbiamo cambiare delle cose, pensate semplicemente mettere il sistema Aire in rete quanto agevolerebbe: serve un investimento elettronico".
CITTADINANZA A proposito di cittadinanza, è intervenuto anche Claudio Micheloni, senatore Pd presidente del Comitato per le questioni degli italiani all’estero al Senato, che replicando ad Amendola ha detto: "Sulla cittadinanza bisogna dare assolutamente delle risposte e mettere un blocco, il problema è di limitare la possibilità di dimostrare le origini italiane fino ai nonni, dobbiamo uscire dalla situazione attuale il cui esempio più eclatante è un cittadino che ha dimostrato un passaporto di un avo risalente al 1865".
COMITES E CGIE "Al Cgie ho fatto sempre presente, anche ieri, che per noi è fondamentale rispettare l’odg che indica nella riforma degli organi di rappresentanza un punto centrale, non solo per i risultati elettorali nei Comites ma anche per dare una omogeneità. Crediamo in una riforma condivisa dal triangolo ministero, Cgie-governo".
"L’appello che ho rilanciato ieri è che sia chiaro che è possibile fare una assemblea straordinaria del Cgie purché si convochi sulla base di una proposta concreta di riforma. La priorità è rafforzare la percezione che hanno dei Comites i nostri connazionali all’estero". Per Amendola "serve il requisito di un numero minimo, e andrebbe ridisegnato il sistema previsto per lo scioglimento dei Comites in determinate circostanze, visto che per ora è previsto solo l’autoscioglimento".
"Siamo disponibili a rivedere i criteri di assegnazione dei posti per area geografica per estendere la platea, e crediamo sia il caso di rivedere le facoltà del Cgie nel determinare le politiche sui territori anche vista la presenza dei parlamentari eletti all’estero. Deve essere comune interesse per lavorare tutti insieme a una riforma che dia sostanza agli organi di rappresentanza”. "Speriamo entro l’anno di poter convocare una assemblea straordinaria e varare la riforma".
LINGUA E CULTURA "I corsi di lingua e cultura transitano alla Direzione generale lingua e sistema paese, consci di come la lingua e cultura siano un veicolo di promozione per l’Italia. E’ evidente che scontiamo un taglio di 2.5 milioni: come detto formalmente da Gentiloni e ribadito ieri da me è obbligo del governo recuperare i fondi per questo capitolo".
Sui corsi di lingua e cultura italiana all’estero "il nostro impegno è di coadiuvare il lavoro di discussione che facciamo con il Miur seguendo il percorso che facciamo sulla buona scuola: dobbiamo rimanere dentro un disegno comune, è nostro interesse trovare comuni risposte".
PATRONATI "Molti invocano elementi sostitutivi dei patronati, ma sempre nei limiti di legge: quello che si può fare è verificare il rapporto che c’è tra Stato e Patronato".
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