Ha massacrato l’anziana zia, inferma e affetta da demenza senile, colpendola almeno 80 volte con un paio di forbici e un coltello da cucina, perche’ ”non sopportava piu’ le continue richieste di assistenza” della donna. Il nipote, un pregiudicato 48enne, Simone Impellizzeri, dopo il delitto si e’ costituito, ed e’ stato arrestato dalla polizia con l’accusa di omicidio volontario aggravato. La tragedia e’ avvenuta la scorsa notte nel bilocale in un condominio nel centro di Busto Arsizio, in provincia di Varese, dove l’uomo viveva da diversi mesi, ospite della parente di 85 anni, Giuseppa Tripi, sorella della madre.
Una convivenza difficile, fatta di frequenti litigi e violenze scatenate anche dall’abuso di alcol, cocaina e psicofarmaci da parte del nipote. Fino a quando Impellizzeri ha ”perso il controllo” e ha ucciso la zia che, secondo quanto ha raccontato agli agenti del commissariato di Busto Arsizio, lo aveva ”disturbato” chiamandolo e chiedendogli assistenza. Si e’ accanito sulla donna, che si trovava sdraiata nel suo letto, colpendola prima con un paio di forbici e poi con un coltello da cucina, schiacciandole anche il volto con un cuscino per impedirle di urlare. Probabilmente l’anziana e’ morta in seguito ai primi fendenti, e i vicini non si sono accorti di nulla.
Attorno all’una il pregiudicato si e’ presentato al commissariato di Busto Arsizio per costituirsi, e ha confessato l’omicidio. Sulle mani aveva alcuni graffi che si era provocato da solo, mentre accoltellava la zia, e i suoi abiti erano chiazzati di sangue. Gli agenti, quando sono entrati nell’appartamento, si sono trovati davanti a una scena agghiacciante. Il cadavere dell’anziana, massacrato, era sul letto, in una pozza di sangue. Sul pavimento il coltello e le forbici sporche di sangue.
Secondo i referti del medico legale, la vittima sarebbe stata colpita un’ottantina di volte nell’arco di pochi minuti. Il nipote, interrogato nel corso della notte dal pm di Busto Arsizio Mirko Monti, e’ stato portato in carcere.
Impellizzeria alle spalle diversi precedenti per rapina, droga e reati contro il patrimonio. Proprio a causa del suo carattere violento era stato allontanato dai familiari, tra cui la moglie e un figlio. Uscito dal carcere nel luglio scorso, si era stabilito nell’appartamento dell’anziana parente, che aveva accettato di ospitarlo nel suo bilocale in via Mazzini. A causa dei problemi di salute la zia era diventata pero’ un ”fastidio”, tanto da scatenare l’improvvisa escalation di violenza tra le mura domestiche.
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