Dopo anni in cui il Governo Italiano ha preferito guardare da un’altra parte, sembra che qualcosa si stia muovendo nell’attuale maggioranza, che comincia a prendere una posizione contro il Governo in Venezuela. Un Governo, quello di Maduro, che sta distruggendo non solo il sistema produttivo del Paese sudamericano, ma gli stessi principi della democrazia e dei diritti umani.
In Venezuela ci sono oltre 130.000 italiani e alcuni milioni di discendenti, che vivono in condizioni disastrose proprio a causa della gravissima crisi politica, economica e sociale che vive il Paese. Una situazione davvero tragica, quella dei nostri connazionali, che il MAIE ha denunciato più volte, fuori e dentro il Parlamento e agli alti livelli istituzionali. Purtroppo non sono né sufficienti né efficaci gli strumenti che il governo italiano oggi vorrebbe mettere in campo per aiutare la collettività italiana in Venezuela.
L’On. Ricardo Merlo, presidente del MAIE – Movimento Associativo Italiani all’Estero, che solo alcune settimane fa si è recato in Venezuela per visitare la comunità italiana e per rendersi conto personalmente di quanto fosse grave la situazione, in una nota dichiara: "L’invio di medicinali molto difficilmente arriverà a destinazione, perché il governo Maduro farà di tutto per impedirlo. Accettarli per Maduro significherebbe di fatto ammettere, a livello internazionale, uno stato di emergenza: cosa che non intende assolutamente fare. Poi c’è il problema delle pensioni italiane in Venezuela che è chiaramente legato alla politica cambiaria – sottolinea Merlo – Oggi, i nostri pensionati percepiscono mediamente 10 euro al mese. Una vergogna!”. Secondo Merlo fino a questo momento “il governo Renzi ha ignorato completamente questa drammatica situazione. L’unica soluzione efficace sarebbe far arrivare ai nostri pensionati la pensione in euro o in bolivares, non al cambio ufficiale attuale, nè ad un cambio ‘ufficiale corretto’, piuttosto, a quello reale di mercato. Ma pensare di poter fare ciò è velleitario, non possiamo intervenire su qualcosa che sfugge alla nostra sfera operativa. Infatti, il problema delle misere pensioni degli italovenezuelani è causato dalla politica cambiaria, e la politica cambiaria dipende da Maduro, non dall’Italia”.
Ricky Filosa, coordinatore del MAIE in Centro America e Caraibi, da parte sua ricorda che durante l’ultima riunione tra il MAIE e il Governo, incontro svoltosi recentemente alla Farnesina con il sottosegretario agli Esteri Amendola, il Movimento Associativo Italiani all’Estero “ha indicato in maniera chiara la strada che l’Italia potrebbe percorrere per aiutare concretamente i nostri connazionali in Venezuela, ovvero l’assistenza diretta. Insomma, mettere euro nelle tasche dei nostri connazionali bisognosi, dei nostri pensionati, e non solo. Aiutarli per davvero e non solo a parole. Ci auguriamo fortemente – aggiunge Filosa – che il Governo raccolga le richieste del MAIE nel breve periodo, altrimenti assisteremo ancora una volta al ‘teatrino’ di una certa politica, fatto di ordini del giorno, risoluzioni e viaggi di delegazioni parlamentari italiani che, come sappiamo tutti, non servono a nulla”. “Certo è – conclude Ricky Filosa – che oggi, se in Italia si sta pensando a potere essere vicini, come Paese, ai nostri connazionali in terra venezuelana, è perché il MAIE, piaccia o no, detta l’agenda politica per quanto riguarda gli italiani nel mondo. Questo è un fatto. Lo fa sul territorio, in Parlamento, all’interno delle istituzioni. Il MAIE corre, gli altri, nel migliore dei casi, inseguono”.
Dunque il MAIE si conferma all’opposizione di un governo che ha sempre dimostrato di non comprendere l’importanza degli italiani all’estero. Un esecutivo, quello guidato da Matteo Renzi, che fino ad oggi agli italiani nel mondo ha imposto soltanto tagli e nuove tasse. “Speriamo davvero che il governo Renzi inizi presto a dare risposte serie agli italiani residenti oltre confine e che ci sia una politica per gli italiani nel mondo che metta sul tavolo questioni importanti da risolvere, come la tassa per la cittadinanza italiana, la rete consolare, la promozione della lingua italiana, l’Imu. Si dovranno inoltre riaprire sedi diplomatiche chiuse troppo in fretta, sbagliando, come l’Ambasciata d’Italia a Santo Domingo o il Consolato Generale di Montevideo. Se il governo Renzi inizierà finalmente a proporre soluzioni concrete, il MAIE – conclude Merlo – non avrebbe alcuna pregiudiziale ad accompagnarlo”.
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