Roma – L’italiano è una delle quattro lingua ufficiali in Svizzera. E promuoverla significa garantire una possibilità di crescita sia culturale che economica da entrambi i lati delle Alpi. È quanto spiega alla redazione di ItaliaChiamaItalia il presidente di Asdli, Associazione svizzera della lingua italiana, Pietro Gianinazzi.
Presidente, quando è nata l’Associazione svizzera della lingua italiana e quali obiettivi si propone?
L’Asdli è stata creata il 12 gennaio 2013 a Berna, con l’obiettivo di sostenere tutte le attività necessarie per promuovere la lingua italiana in Svizzera e a tale scopo utilizza il patrimonio secondo il preventivo annuale.
Quanto è importante la promozione della lingua per il mantenimento del legame tra italiani all’estero e Italia?
La promozione della lingua italiana, una delle quattro lingue ufficiali in Svizzera, specialmente a nord del San Gottardo, è importantissima poiché, se non potessimo capirci tra di noi, sarebbe un grave danno per la coesione nazionale. I 600mila italiani in Svizzera hanno trovato in questo paese la loro lingua madre sfruttata in ambito commerciale solo in parte. Anche a livello culturale, ritengo che ci sia ancora molto lavoro da fare da entrambe le parti. Il legame di amicizia fra le due nazioni, a parte qualche scintilla, è purtroppo disturbato dall’instabilità cronica del sistema politico italiano e mi preme ringraziare l’Italia per i corsi di lingua e cultura che ancora oggi, malgrado la precaria situazione finanziaria, finanzia sul territorio svizzero.
La promozione della lingua italiana può creare anche ricadute economiche positive per il Paese?
Sì, certamente direi per i due Paesi, a condizione che ci sia continuità e che le persone preposte possano lavorare sul lungo periodo. La fiducia reciproca si ottiene lavorando assieme.
Quali sono i prossimi eventi che Asdli ha in programma?
Il prossimo evento è in programma il sabato 19 settembre 2015 a Berna, alla Casa d’Italia, terremo l’assemblea generale ordinaria Asdli seguita dalla conferenza di Tindaro Gatani su storia, origini ed evoluzione della pasta. Seguirà un piatto a tema. Altri appuntamenti sono in gestazione e verranno annunciati durante l’assemblea.
La Svizzera si è dimostrata attenta e interessata nei confronti della lingua e della cultura italiana?
La Svizzera di palazzo si è dimostrata attenta verso il personale che lavora a palazzo. Come Asdli stiamo rilanciando la tematica in quanto i due Cantoni Ticino e Grigioni, che secondo la costituzione svizzera sono referenti per la lingua italiana e romancia, ricevono 7,2 milioni di franchi all’anno in totale ma hanno fatto negli ultimi cinquanta anni ben poco per la popolazione a nord del San Gottardo. Mi piace pensare, quindi, che in Svizzera siamo noi i Robin Hood della lingua italiana.
Sostenendo la nostra cultura, promuovete un’azione utile all’Italia stessa. I nostri politici hanno sostenuto la vostra azione? O avete sempre dovuto fare da soli?
Finora la nostra attività si è concentrata a livello istituzionale in Svizzera e orgogliosamente ci siamo finora finanziati con le attività svolte. Naturalmente in futuro, con il volume delle attività in crescendo e con la creazione d’un segretariato centrale, l’attività istituzionale da noi svolta ci permetterà di meglio promuovere azioni utili all’Italia stessa e sono convinto che anche i politici delle due nazioni vorranno essere coinvolti nel nostro futuro programma.
A proposito di politica, di recente Lei ha risposto alla riflessione ‘Lingua e cultura italiana, quale futuro?’ scritta dall’onorevole Marco Fedi e pubblicata su ItaliaChiamaItalia. Qual è la sua posizione?
Capisco la difficoltà del governo italiano nel mantenere delle strutture in Svizzera, non capisco invece la mancanza di coraggio della delegazione italiana nella commissione italo-svizzera sugli scambi culturali, dove il problema dei corsi di lingua e cultura con il ritiro dei professori di ruolo impoveriranno automaticamente gli insegnanti in loco. Proprio per questo la nostra associazione si farà promotrice in autunno di un collegamento fra enti gestori, autorità svizzere e italiane per creare i presupposti d’un coinvolgimento più attivo della Svizzera per la lingua e cultura Italiana, principalmente a nord del San Gottardo. Noi pensiamo che prevenire sia meglio che guarire e il rischio che l’Italia non sia più in grado di garantire agli enti gestori in Svizzera i finanziamenti ci inducono a salvaguardare la collettività italofona creando un sistema che gradualmente integri i corsi di lingua e cultura nella scuola svizzera dell’obbligo in tutti i Cantoni della Confederazione. Naturalmente ci aspettiamo una collaborazione attiva da parte della popolazione e delle strutture italofone in Svizzera e da parte delle autorità italiane e svizzere.
Che cosa dovrebbe fare lo Stato per essere vicino a realtà come la vostra? Quali sono le azioni necessarie, secondo lei?
La promozione della lingua italiana, specialmente a nord del San Gottardo, e l’introduzione della stessa nelle scuole dell’obbligo in tutti i cantoni svizzeri richiederebbe un aiuto dell’Italia per il numero di docenti necessari. Un fatto che creerebbe un’ulteriore richiesta di italofonia anche a livello culturale in Svizzera e che renderebbe l’Italia e il governo italiano coinvolti nel dar seguito a una richiesta crescente. Quindi sono e siamo convinti che, unendo le forze positive dei due paesi, potremmo aiutare entrambi i popoli ad avere un miglior avvenire, che è poi lo scopo di ogni politica seria. L’Asdli è pronta a collaborare.
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