Lo scrittore Marco Lodoli, capolista della lista civica per Roberto Giachetti (Pd) alle prossime elezioni di Roma, è intervenuto ai microfoni di Radio Cusano Campus. Sui motivi della sua discesa in campo. “Alle fine chi se ne importa di fare lo scrittore e vincere i primi, quello che conta è spendersi completamente – ha affermato Lodoli -. Una città come Roma ha bisogno di un senso, di una direzione. Quindi provo a spendermi anche per Roma così come ho fatto finora da scrittore. Tutte le mattine passo metà della mia vita nell’estrema periferia romana, conosco i problemi della scuola, vivo il disagio della Roma oltre il raccordo. Essere nati a Roma adesso non è proprio la scelta peggiore di tutte. Roma è ancora una città splendida. I premi del David di Donatello sono andati a Mainetti e Genovese che sono due romani, Zerocalcare che è uno dei più talentuosi fumettisti è di Roma. Questa è una città che ancora produce intelligenza, sensibilità, bellezza. Ai miei ragazzi a scuola chiedo quali sono i problemi della periferia. Loro dicono che c’è stata un’involuzione culturale, sintetizzando la vita in borgata con droga e telefonino. Io credo che si può ancora fare qualcosa per i ragazzi delle periferie, che vengono sottratti da quell’apatia cannarola della piazzetta, il passo dopo è lo spaccio. Noi siamo abituato a ragionare in termini di azioni eroiche, ma ci vuole un impegno quotidiano per risolvere i problemi”.
Gli errori del centrosinistra in passato. “Negli anni di Rutelli la città sembrava rilanciata – ha affermato Lodoli -. si respirava un’energia nell’aria diversa. Ora c’è un avvilimento complessivo. Bisogna ridare un po’ di fiducia alla gente. Bisogna creare dei poli di attrazione. L’esperienza di Rutelli non è stata portata avanti. Marino ha pagato lo scotto di una mancata empatia con la città. Marziano a Roma in senso negativo del termine”.
Il contributo degli intellettuali. “Ormai gli intellettuali sono stati assorbiti dal mondo dello spettacolo – ha sottolineato Lodoli -. Anche gli scrittori ormai sono diventati delle star televisive. Gli intellettuali possono dare un grande contributo se si ritorna in una dimensione di contributo di partecipazione alla vita pubblica”.
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