Fabio Porta, deputato uscente del Partito Democratico, candidato al Senato nella ripartizione estera Sud America alle Politiche 2018, in una conferenza stampa organizzata alla Camera ha annunciato di avere presentato ricorso alla giunta per le elezioni del Senato, a proposito di migliaia di schede elettorali che, secondo Porta, sarebbero state “votate da una sola mano, con la stessa calligrafia e la stessa penna”.
L’esponente dem ha puntato il dito contro “almeno 10mila voti” raccolti dall’USEI – Unione Sudamericana Emigrati Italiani, partito fondato e presieduto dall’On. Eugenio Sangregorio, che ha eletto alle ultime elezioni due rappresentanti in Parlamento: Sangregorio, appunto, e il senatore Alessandro Cario.
Proprio i voti al Senato presi dall’USEI sono quelli al centro del ricorso dell’On. Porta, che durante la conferenza stampa ha paragonato questo caso a quello che nel 2008 riguardò Juan Esteban Caselli, senatore PdL. I lettori più affezionati del nostro giornale e gli addetti ai lavori si ricorderanno bene la vicenda.
“Come nel 2008 con il senatore di Forza Italia Esteban Caselli, anche quest’anno siamo di fronte ad evidenti anomalie verificatesi sempre a Buenos Aires“, ha affermato Porta, che ha voluto sottolineare di avere presentato ricorso “non perché alla ricerca di un riscatto personale o per un seggio in più”, ma “per amore del Parlamento, rispetto delle istituzioni, interesse per gli italiani all’estero” e perché, soprattutto, “dai dati emergono non poche anomalie”.
“Il mio ruolo non è né quello di giudice né di poliziotto. Ho solo indicato quelli che sono dati anomali e meritevoli di una attenta verifica da parte della giunta”, “è in gioco la legittimità del voto degli italiani all’estero” ha evidenziato l’esponente del Pd, secondo il quale non sono “più prorogabili degli interventi normativi a vario livello sul voto all’estero. Qualsiasi modifica sarà migliore del sistema attuale”.
Porta solo alcune settimane fa, in una intervista esclusiva rilasciata a Italiachiamaitalia.it, ha definito il voto all’estero “un imbroglio in scala industriale”. Oggi ha ribadito che “non è più prorogabile una seria riflessione sulle eventuali modifiche delle modalità di voto nella Circoscrizione Estero. Va fatta una riflessione sul sistema di voto e sul ruolo che hanno le preferenze. Così come va fatta una riflessione sui tempi, sulla dimensione dei collegi, sugli investimenti fatti dai candidati in campagna elettorale”.
Porta ha affermato di volere credere nel voto degli italiani all’estero, “ma deve essere utile e non dannoso per il Paese. Questo ricorso ha una funzione importante: vuole risvegliare una sana attenzione sul voto all’estero per arrivare a delle soluzioni in tempi rapidi”.
Potrebbe passare oltre un anno prima che possano arrivare i primi segnali dalla Giunta del Senato. Intanto la democrazia non può essere fermata, i 18 eletti all’estero sono stati già proclamati e sono tutti in Parlamento, Alessandro Cario compreso. Ancora senza ufficio assegnato, ma con lo stipendio di lusso assicurato.