Osservo ciò che sta accadendo e se non avessi una cerca repulsione contro l’azzardo sarei pronto a scommettere che il prossimo passo di Roma sarà quello di togliere le preferenze. Proprio così. Perché l’On. Laura Garavini, Pd, per una volta tanto ha ragione quando dice che chi pensa che quella appena approvata sia una norma “salva Verdini” dimentica che all’estero “si continua a votare con le preferenze. È assurdo dire che Verdini, ammesso volesse candidarsi all’estero, uscirebbe favorito da una sua eventuale candidatura. Semmai, è vero il contrario”.
“Gli italiani all’estero – ragiona la deputata – in tutte le tornate elettorali passate hanno confermato un forte orientamento di centro sinistra. Se, dunque, la destra vuole che Verdini non venga eletto, ecco che lo può candidare all’estero”.
Garavini annuncia inoltre che come Pd “escludiamo la candidatura di soggetti che non siano iscritti all’Aire, proprio perche’, a differenza degli altri partiti che hanno voluto inserire questa clausola nella legge elettorale, siamo convinti che gli italiani nel mondo siano al meglio rappresentati da chi li conosce bene, perche’ all’estero ci vive”.
“Questa rettifica normativa non ci preoccupa. È prassi in Germania, in Gran Bretagna ed in molti altri sistemi elettorali stranieri prevedere la possibilita’ di essere candidato in collegi diversi da quello di residenza. Anzi, sfidiamo le forze politiche a dimostrare nei fatti il loro interesse per gli italiani all’estero nella misura in cui candidino solamente soggetti residenti all’estero. In caso contrario – conclude Garavini – siamo certi che l’elettorato premiera’ la coerenza del Partito Democratico, perche’ noi non ci sottraiamo a candidare all’estero solo ed esclusivamente residenti fuori dai confini nazionali”. (RF)
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