Il sen. Claudio Zin è intervenuto ieri in Aula sul voto a favore della mozione Casini per impegnare il Governo ad intervenire sulla questione degli italovenezuelani che stanno affrontando una crisi umanitaria di enormi proporzioni davanti al silenzio del governo italiano. Di seguito, il testo dell’intervento del Senatore Zin che ribadisce ancora una volta l’impegno del MAIE a battersi con ogni mezzo per proteggere gli italiani residenti all’estero, e a fare pressione su un Governo che fino ad oggi non ha dato le risposte necessarie a 150 mila nostri connazionali che stanno passando il momento più duro della loro storia nel paese Sudamericano.
L’INTERVENTO DI ZIN
Signor presidente, onorevoli colleghi,
Vorrei esprimere innanzitutto il voto positivo del gruppo per le Autonomie – PSI – MAIE alla mozione a prima firma del senatore Casini.
Cari colleghi,
in un paese come il nostro, che spesso non permetteva di costruirsi un futuro di pace e lavoro, migliaia di italiani sono stati costretti a cercarlo in Venezuela.
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Questa ricerca ha, indubbiamente, influenzato e contribuito allo sviluppo economico, politico e sociale tanto del Venezuela quanto dell’Italia, attraverso l’aiuto economico che veniva offerto come contributo alle famiglie rimaste in Patria. Si trattava di veri e propri migranti economici, come si direbbe ora, che il Venezuela ha accolto e che, ancora oggi, ospita. L’integrazione degli italiani nella società venezuelana è ben testimonata da due presidenti eletti di origine italiana da quando, alla fine degli anni ’50, il Venezuela ha ripreso l’assetto democratico.
Una scrupolosa attenzione nei confronti di questo Paese da parte dell’Italia è quindi doverosa, e dunque ben venga questa occasione per discutere delle problematiche che oggi affligono il Venezuela e la nostra comunità di italiani.
Questo scenario di crisi economica, si intreccia, poi, con una profonda crisi politica ed istituzionale. Il presidente Maduro governa, infatti, con una forte opposizione nel parlamento nazionale (Asamblea Nacional), così come confermato dalle ultime elezioni politiche del dicembre 2015 che hanno dato una fortissima maggioranza (due terzi) al gruppo di opposizione.
Tuttavia, recenti decisioni del Tribunale Supremo venezuelano hanno tentato di delegittimare questo parlamento democraticamente eletto.
Ricordo, poi, che le elezioni regionali del dicembre 2016 non hanno avuto luogo e sono state rinviate dal gov erno sine die, così come un referendum revocatorio sul presidente Maduro che aveva pure raccolto milioni di firme, come richiesto dalla Costituzione.
Alla luce di tutte queste problematiche, vorrei sottolineare l’importanza dell’incontro tra il Santo Padre e il Signor Nicolas Maduro Moros, avvenuto il 24 ottobre scorso, nel quadro della preoccupante situazione di crisi politica, sociale ed economica che attraversa il Venezuela.
Papa Bergoglio, avendo a cuore il bene di tutti i venezuelani, ha desiderato continuare ad offrire il suo contributo a favore dell’istituzionalità del paese e di ogni passo che contribuisca a risolvere le questioni aperte e a creare maggiore fiducia tra le parti.
Egli ha invitato ad intraprendere con coraggio la via del dialogo sincero e costruttivo, per alleviare le sofferenze della gente, dei poveri in primo luogo, e per promuovere un clima di coesione sociale, che permetta di guardare con speranza al futuro della nazione.
Parole da intendersi come un ammonimento da parte del Santo Padre, e non come un gesto di approvazione nei confronti della terribile crisi che oggi affligge il Venezuela.
Il mio appello al nostro governo, in linea con quanto indicato nella mozione, è dunque quello di muoversi assumendo un ruolo attivo, proponendo le proprie vie diplomatiche per la ripresa del dialogo tra le parti, come Zapatero fece mesi fa. L’Italia non può rimanere timidamente alla finestra, di fronte alla crescente crisi che questo paese amico sta vivendo.
È indubbio che la proposta italiana debba essere presentata senza che in alcun modo venga percepita ed interpretata come un’ingerenza. Essa deve invece essere valutata come un aiuto concreto, disinteressato e neutrale, con il fine ultimo di proteggere la nostra comunità di italiani residenti all’ estero.
A mio avviso, dobbiamo rispondere ad una domanda: noi vogliamo aiutare o no questi italiani? Secondo me e secondo il mio gruppo, la risposta a questa domanda è affermativa. Motivo per cui riteniamo necessario supportare la mozione presentata dal presidente Casini che impegna il nostro governo, nelle sue capacità e con i suoi limiti, ad alleggerirne le conseguenze, tramite un piano straordinario di assistenza che rafforzi, ad esempio, la rete diplomatico – consolare a sostegno dei nostri oltre 150.000 connazionali che abitano in Venezuela.
Concludo con una brevissima riflessione personale: noi tutti siamo a conoscenza degli urgenti problemi che oggi investono l’Italia, ma questo non deve assolutamente sollevarci dal nostro dovere di occuparci di TUTTI gli italiani, anche di quelli che non si trovano in Italia, ma che sempre italiani sono. È per tutti questi motivi, Signor Presidente, che ribadisco il voto favorevole del Gruppo per le Autonomie – PSI – MAIE alla mozione presentata dal senatore Casini e altri.
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