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                  Tutta la verità sui patronati italiani all’estero – di Antonio Bruzzese

                  di ItaliaChiamaItalia
                  martedì 12 Aprile 2016
                  in Italiani all'estero
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                  Si torna a parlare di patronati italiani nel mondo, negli ultimi giorni, a conclusione del lavoro del Comitato per gli italiani all’estero del Senato che ha svolto una indagine conoscitiva sul tema. In questa lunga analisi, Antonio Bruzzese, che il mondo dei patronati lo ha conosciuto dall’interno (ex Inca-Cgil), commenta l’esito dell’indagine, gli aspetti politici della vicenda e in conclusione suggerisce come rimettere in piedi la presenza italiana oltre confine. L’intervento è lungo, ma vale la pena leggerlo tutto.

                  Il Comitato per le questioni degli italiani all’estero ha concluso l’indagine conoscitiva riguardo all’attività dei Patronati italiani che operano fuori dal territorio nazionale. Tale indagine venne autorizzata dal Presidente del Senato in data 10 ottobre 2014. Il documento conclusivo approvato all’unanimità, rappresenta uno spaccato esauriente dei seri e gravi problemi che il rapporto evidenzia.

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                  Occorre dare atto che il lavoro svolto ha visto il contributo di senatori di diverse forze politiche – Pd, Ncd, M5S – con una sostanziale correttezza nella conduzione dell’indagine. Un ringraziamento particolare va al Presidente della Commissione, Sen. Claudio Micheloni.

                  Un lavoro a volte complicato da spinte e controspinte non semplici da gestire. L’indagine ha attraversato Finanziaria e Legge di stabilità, con riduzioni assai ridotte delle risorse a disposizione dei Patronati. I soggetti interessati, anziché pensare agli illeciti rilevati producendo proposte, hanno scelto la resistenza, la difesa ad oltranza, in spregio alla evidenza dei fatti. Interviste a ripetizione, hanno annunciato catastrofi, hanno gettato artatamente milioni di italiani nella disperazione, facendo finta di non sapere che l’Italia è l’unico paese al mondo ad avere la formula "Patronato" con gratuità per tutti. La Spagna, che ha più emigrati dell’Italia, assiste i propri connazionali in 35 paesi attraverso la propria Rete consolare.

                  Abbiamo assistito a campagne con raccolta di firme e ad annunci di una mobilitazione mondiale. BUMM!

                  Gran parte dei parlamentari eletti all’estero e qualche frenatore più realista del re, hanno lanciato patemi, confondendo i diritti degli italiani all’estero con gli abusi, sprechi e con i vizi dei palazzi romani. Nel coro non sono mancate le difese delle Associazioni e del CGIE. Una nutrita schiera di Cavalieri di alto mare e soffiatrici di minestrine, tutti si sono dimostrati più preoccupati di perdere benefici per il sopraggiungere della fine della lotteria della vita, comunque vinta dai Parlamentari eletti all’estero, che altro.

                  Penosi i tentativi di coloro i quali hanno presentato la Camera dei deputati come “i buoni” contro il Senato, ovvero la "malvagità". A costoro suggerirei di occuparsi dei diritti delle persone, a cominciare dalle maggiorazioni sociali, che in parte non si pagano. Avanza un programma che tende ad eliminare l’integrazione al minimo, le maggiorazioni sociali, l’invalidità, gli assegni familiari e, in ultimo, la reversibilità. Bocconiani di grande livello pensano di fare i Robin Hood alla rovescia. Togliere a chi non ce la fa per darlo al fondo per la povertà.

                  L’attività di Patronato – Da avvocato dei poveri a crisi profonda

                  Alla fine della seconda guerra mondiale, in un contesto di distruzione, fame e disoccupazione vennero riconosciuti il 29 dic. del 1947 i Patronati Inca e Acli. Il decreto istitutivo è del 29 luglio dello stesso anno. L’evoluzione legislativa registra varie tappe. Nel 1947 decreto 804, il 13 dic. del 1994 viene emanata la 764 fino al 30 -3 – del 200, infine la legge 152 in vigore. La storia del Patronato è segnata da un ruolo insostituibile di grande portata. La massiccia emigrazione ha potuto contare sull’aiuto del Patronato come nessun altro avrebbe potuto. Memorabili le battaglie per il riconoscimento di malattie professionali quali la silicosi. L’azione in settori minerari come Marcinelle fu straordinaria.

                  Nel corso del tempo – 10, 15 anni fa – per l’estero si constata un venir meno del “lavoro”, mentre per i residenti in Italia si avvertono modifiche nel pensionamento: età e condizioni fino alla scomparsa delle pensioni di anzianità. Con la legge 152 non si opera nessun cambiamento vero. Le risorse passano dai 400 miliardi di lire a oltre 400 milioni di euro all’anno. Esattamente il doppio.

                  COSA EVIDENZIA IL RAPPORTO

                  Modalità di svolgimento dell’attività all’estero

                  – Malgrado le condizioni delle associazioni, sul piano giuridico, siano quelle di associazioni libere locali, le sedi nazionali dei patronati utilizzano una gestione diretta sia sul piano operativo che organizzativo. Nelle audizioni, ma non solo, si e’ mentito apertamente. Le convenzioni tra patronato nazionale e associazioni estere sono una finzione. Sono contratti-capestro dove si hanno solo doveri, senza nessuna garanzia per il personale e gli assistiti. Vergognoso il caso Inca Svizzera. Potere enorme, responsabilità zero. Scandaloso ciò che scrive il Ministro del Lavoro al Comitato: “L’Inca segue nell’attività in Svizzera con il relativo finanziamento”. Non esiste decisione che non venga presa senza il consenso della “casa madre”.

                  FINANZIAMENTO ISPEZIONI

                  Il Ministero del Lavoro provvede a effettuare le ispezioni necessarie per la verifica della organizzazione e dell’attività svolta, con proprio personale dipendente che abbia particolare competenza in materia, utilizzando, nella percentuale dello 0,10%, il prelevamento, di cui all’articolo 13 della succitata legge n. 152/2001. Nei 3 anni, nei quali non sono state effettuate ispezioni, dove sono finiti i fondi? Si tratta di circa un milione e duecentomila euro. Come si può affermare che non ci sono state risorse? E’ evidente la collusione con un sistema fortemente lottizzato, che ha perso nel tempo molte professionalità.  

                  Doppia statisticazione e circolari interpretative (3.6)

                  Il regolamento ministeriale ha dato origine a molte errate interpretazioni, in particolare sui criteri di finanziamento e sulle modalità di registrazione dell’attività svolta dalle associazioni di patronato all’estero, come rivelavano le numerose circolari emanate sull’argomento dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali. Vale la pena di sottolineare che la disciplina vigente non dispone la procedura di duplice statisticazione per nessuna tipologia di pratica. Il fenomeno ha alterato la corretta certificazione del lavoro effettivamente svolto, la sua statisticazione e relativo finanziamento.

                  Esso non può essere imputato alla volontà degli operatori, su cui si scaricano le responsabilità, ma esclusivamente alle direzioni nazionali di Patronato. Il contenzioso con la Germania, dove fa comodo parlare d’altro, testimonia, con lettere persino della CGIL, dello schema organizzativo a cui imperativamente attenersi. Nel contenzioso Germania, come emerso al Comitato per le questioni degli italiani all’ estero, l’Inca, 48 ore prima del pronunciamento del giudice, invitava la controparte ad una mediazione economica, purché non si parlasse più, a livello mondiale, di duplice statisticazione.

                  Iscritto alla Cgil da 49 anni, con amarezza constato il grado di profonda crisi in cui si trova la Confederazione. Non so come, ma occorre risindacalizzare la Cgil.

                  MANDATO DI PATROCINIO  (3.7)

                  Come emerge dai verbali di ispezione, una delle principali motivazioni per il mancato riconoscimento delle attività è causata da mandati inesatti, incompleti o inesistenti. E’ uno degli aspetti che caratterizzano il fenomeno dei duplicati e delle pratiche riproposte su più anni d’attività, nella prassi cartelle vuote date tuttavia per buone.

                  Relazioni al Parlamento   (3.9)

                  Le relazioni fino all’anno 2011 danno indicazioni e forniscono considerazioni in merito all’attività ispettiva delle sedi estere ed evidenziano molte delle criticità riscontrate anche nei verbali di ispezione, vale a dire

                  • mandati inesatti o assenti;

                  • registrazione di attività inerenti agli anni precedenti;

                  • pratiche intestate a individui non cittadini Italiani, o residenti in paese diverso da quello ispezionato;

                  • pratiche non finanziabili;

                  • in tutti gli anni fino al 2008, errata registrazione dell’attività di accertamento dei redditi dei connazionali all’estero che in quegli anni non rientravano tra le attività che davano diritto al punteggio
                   
                   

                  Vigilanza e controlli    ( 3.12)

                  Le ispezioni per l’anno 2012 sono state programmate nel 2015 per mancanza di fondi (???), quando per l’attività di vigilanza viene utilizzato lo 0.10% del fondo patronati. Relativamente alle ispezioni 2008- 2012 dai verbali emerge quanto segue:

                  le motivazioni hanno riguardato prevalentemente pratiche con mandato di patrocinio irregolare o prive di mandato di patrocinio o con documentazione carente o addirittura assente, non statisticabili perché relative a tematiche non previste, ovvero non statisticabili in quanto riferite ad anni diversi, nonché pratiche non reperite, duplicate con diverso codice, pratiche senza esito. Questo dato si somma a quanto descritto nelle relazioni al Parlamento.

                  Nel periodo indicato le ispezioni hanno riguardato 159 uffici su un totale di circa 473.

                  Nel 2009 si registra per tutti i patronati un consistente aumento delle attività (maggiore del 30%). Dopo questa data le attività si assestano al livello più alto in contrasto con la tendenza negativa dei pagamenti delle pensioni all’estero che dal 2011 sono in costante flessione, arrivando a segnare -30% in Argentina. Non sanno più neanche mentire.

                  AUDIZIONI

                  Nel corso di due sedute sono stati ascoltati i vari patronati. Sono stati richiamati compiti e pratiche diversi, dalla nuova emigrazione alla sostituzione dei consolati con servizi quali il rinnovo della carta d’identità per gli anziani e portatori di handicap o il rinnovo del passaporto. Dall’Inca è stato indicato che oltre il 60% di pratiche non è finanziato.               

                  L’Inps ha fornito una serie di dati relativi al numero e agli importi pagati e annunciando per l’ennesima volta che sono stati avviati negoziati con Argentina, Regno Unito e Brasile per uno scambio telematico con gli Enti Previdenziali corrispondenti.

                  Semplicemente numeri al lotto. Si scambiano i desideri con la realtà.

                  Nel decreto del Ministero del Lavoro, che consente ai Patronati nuove attività, non si riscontrano nuove professionalità degli operatori stessi. L’assistenza legale, fiscale, la consulenza patrimoniale, quella del mercato del lavoro e così via sono attività svolte normalmente da consulenti fiscali e del lavoro. Le attività conferite per decreto richiedono inoltre anni di studio e abilitazione e prevedono un concorso delle spese, per talune prestazioni, da parte degli utenti.

                  Attenzione: oggi si opera come associazioni non profit. In Argentina, ad esempio, per avere la “esencione de ganancia” si è sottoposti a controlli del fisco assai severi. Basta incassare un solo pesos e l’attività diventa commerciale, con una tassazione media del 43%. Lo stesso discorso vale anche per tanti altri paesi, si sovrappongono due legislazioni diverse, quella italiana e quella del paese dove si opera. Le disposizioni emanate non possono trovare applicazione ovunque all’estero, si pensa di operare ovunque come se ci si trovasse a Modena o a Peschici.

                  CASO INCA SVIZZERA

                  La questione ci riporta alle considerazioni iniziali. All’estero si opera con associazioni locali con cui vengono stipulate convenzioni. Esse sono una finzione poiché i soli poteri sono in mano ai patronati nazionali. I mandati sono intestati al servizio  INCA, la statistica presentata al Ministero sempre dall’INCA, il finanziamento dal Ministero all’INCA, che poi distribuisce come crede. Nel caso in questione, l’INCA fallisce, ma, come certifica il Ministro del lavoro, apre con altro nome, e continua ad essere presente in Svizzera, godendo del finanziamento italiano. Un errore grave, non degno di una grande Organizzazione. Quanto avrebbe guadagnato la CGIL se avesse concordato tempi e modi per il giusto risarcimento ai pensionati truffati? Sono lontani i tempi in cui Bruno Trentin rinunciava, per la CGIL, a 27 miliardi di lire  spettanti dal fondo Patronati, per salvare dal fallimento le Acli.

                  Quesiti posti dal Cqie al Min Lavoro. Essi sono indicati in 16 punti del rapporto.

                  RISPOSTE DEL MINISTRO

                  Premesso che negli ultimi anni si sono succeduti i ministri del lavoro Maroni, Giovannini, Fornero, le risposte, anziche’ attenuare i rilievi del rapporto, li aggravano ulteriormente. Esse sono un mix di citazioni legislative, circolari ministeriali, vademecum di comportamento con una evidente ammissione di impotenza.

                  Le ispezioni per il 2016 riguarderanno in Europa solo la Spagna – poche centinaia di punti – mentre il 75% dell’attività mondiale è svolta negli altri paesi europei.

                  Suggerirei ispezioni rapide in Germania dove le pratiche da doppia statisticazione dal 2013 al 2014 sembrerebbero essere "lievitate" in modo improvviso e rilevante, e così via. Un po’ come le vacche di Mussolini. La verità e’ che il Ministero del lavoro non esiste da tempo. Da anni non è un centro regolatore e garante dell’attività dei patronati. La collusione è grande.

                  CONCLUSIONI

                  Malgrado le risposte del Ministro del Lavoro, il Cqie approva il documento finale senza alcuna indicazione per accertare e colpire le evidenti responsabilità. Le conclusioni dell’indagine hanno pertanto un limite grave. Non si pongono il problema di individuare responsabilità, fino a quando non disporranno di consegnare dei documenti acquisiti alla Autorità Giudiziaria, alla Guardia di Finanza e alla Ragioneria dello Stato.

                  Concordiamo che occorre parallelamente procedere ad una nuova Legge con rigore e trasparenza.

                  QUALE RIFORMA?

                  Occorre superare la legge 152, varare una nuova legge valida solo per l’attività in Italia. I punti fondamentali dell’attività dovrebbero riguardare l’immigrazione e la famiglia. Mix pubblico e privato, assicurando la gratuità alle categorie più deboli e fissando il diritto legato al reddito. Tutte le attività “diverse“ vanno pagate e fiscalmente regolarizzate

                  La dimensione del fondo dovrà tenere conto delle prestazioni a pagamento.

                  COSA FARE SUBITO

                  1-      Abolire la norma che obbliga i Patronati a operare in almeno 8 paesi. Questa condizione clientelare ha avuto come effetto un aumento esponenziale delle sedi di patronato all’estero, il  più numeroso degli ultimi 5 anni. Nonostante, ancora una volta, diminuiscano le pensioni all’estero e si esaurisca la “vecchia” emigrazione, si assiste solo a dei taglietti molto ridotti, ma alla moltiplicazione dei punteggi e del numero delle pensioni.

                  2- Non esiste e non deve esistere in nessun caso la doppia statisticazione. Il mandato di patrocinio va rilasciato dall’utente nel paese di residenza, accompagnato dal documento di identità, tesserino fiscale e impronte digitali.

                  A pratica definita POSITIVAMENTE, viene attribuito il punteggio nell’anno di chiusura della stessa. Per più prestazioni nella stessa pratica non esiste punteggio aggiuntivo.

                  Nel caso di contenzioso legale, l’utente contribuirà con il corrispettivo di 150 Euro. Sarà esonerato da questo onere se risulterà nella lista del Consolato tra gli Italiani indigenti.

                  3-L’ operazione Red (accertamento redditi) si conclude con la campagna 2015. L’Inps si attivi per incrociare i dati con gli Enti dei diversi paesi ponendo fine a questa commedia inutile e costosa.

                  4- Il servizio anche a italiani di origine ma non iscritti all’Aire o non cittadini Italiani deve essere a pagamento. E’ necessario trovare le soluzioni opportune con il fisco per fornire il servizio sia gratuitamente che a pagamento.

                  5- Fornire l’elenco delle Associazioni all’estero, dei propri dipendenti e dei versamenti contributivi degli ultimi 5 anni.

                  6 – Dotare il Ministero del Lavoro, con opportuni controlli del Parlamento, di un contributo straordinario di un milione di euro da utilizzare in un piano straordinario di ispezioni per gli ultimi 3 anni, nessun ufficio dovrà essere escluso.

                  Il contributo va tolto ai saldi da effettuare ai Patronati e, in ogni caso, non prima del termine delle ispezioni. Altro che la passeggiatina in Spagna!

                  NUOVA LEGGE ATTIVITA’ ITALIA

                  I servizi, da definire, dovrebbero riguardare principalmente: immigrazione e famiglia. Gli immigrati in Italia sono più di 5 milioni. Ben 500 mila hanno attività imprenditoriali piccole e medie, i loro contributi previdenziali permettono il pagamento di un importo equivalente alle pensioni di 600 mila pensionati italiani, con buona pace dei samurai della Tuscia.

                  La famiglia italiana vive una condizione di abbandono. Anziani e giovani non autosufficienti, una donna su tre dopo il primo figlio perde il lavoro, solo il 12% dei bambini frequenta un asilo nido pubblico, il precariato tra i giovani e’ dilagante. Ed inoltre, quale politica della casa per giovani che vogliono costruirsi un famiglia ? Per ora, dopo rate non pagate di mutuo, la casa se la prendono le banche.

                  Eppure ogni giorno dobbiamo sentire sciocchezze di ogni tipo.

                  “Culle Vuote”, come riempirle? Per la previdenza è bene pensare a quella integrativa. Con quali risorse? Quelle da disoccupati o del Jobs Act?

                  Un sistema pubblico e privato ma con gratuità dei servizi secondo il proprio reddito, da definire. Fine del servizio di Patronato gratuito a tutti. 

                  ATTIVITA’ ESTERO

                  L’attività all’estero dovrebbe essere regolata, tra i Consolati e le Associazioni ritenute idonee, con caratteristiche di Segretariato sociale in un mix di pubblico e privato. Il protocollo tra Patronati e Mae, il  supporto ai Consolati, appare una pura fantasia. Il finanziamento viene spostato ai Consolati che devono essere potenziati. Essi garantiscono il rapporto con le Associazioni convenzionate nonché i servizi direttamente erogati. In Argentina sarebbero sufficienti 7- 8 punti.

                  Le convenzioni seguiranno criteri di assoluta trasparenza e professionalità.

                  Una attenzione particolare deve essere osservata nei confronti degli attuali operatori. Favorire la necessaria riqualificazione professionale, incentivi per costituire agenzie di servizio, dare in comodato, almeno per 10 anni, le sedi di proprietà dei patronati nazionai, un patrimonio ingente accumulato sulle spalle degli operatori.

                  Favorire anche una collocazione dove necessario, previo concorso, anche verso i Consolati per quelle mansioni che già oggi prevedono assunzioni locali.

                  IN CONCLUSIONE

                  Negli ultimi 10 anni, i Patronati hanno avuto oltre 4 miliardi di euro, di cui 400 milioni per l’attività all’estero. Il rapporto del Senato dice chiaro quale sistema truffaldino si è consolidato negli ultimi anni. L’attività all’estero è stata gestita come si faceva con le colonie.

                  La truffa è stata duplice:

                  a- Tra gli stessi patronati, visto che il fondo rimane fisso. I più grandi nell’amplificare il punteggio hanno abbassato il valore punto. I Patronati più piccoli hanno avuto un furto consistente. Per 20-25 mila punti stimiamo che la perdita negli ultimi 3 anni sia stata di almeno 600 mila Euro.                                                                                                       

                  b- Con il raddoppio del punteggio, il compenso per una pratica si aggira intorno ai 400 Euro. Se consideriamo le pratiche “vere” – visto che il fondo è fisso – il rimborso sfiora 800 euro per un lavoro stimato mediamente di due ore. Il contribuente italiano non può e non deve, per nessuna ragione, farsi carico di un simile latrocinio.

                  “L’Italia all’Estero” va totalmente rivisitata. Comites, Cgie, Istituti di Cultura, la rete diplomatico-consolare. Non è tutto oro ciò che brilla. Ad esempio non capisco perché l’Italia è l’unico paese ad avere un’ambasciata a Montecarlo. Gli altri coordinano da Berlino o Parigi.

                  I Consolati hanno compiti e mole di lavoro diversi dal passato. Tunisia, Marocco, Libia e tutto il mediterraneo sono oggi altra cosa, così, per ragioni diverse, i paesi del nord e sud America.

                  Infine il voto all’estero. Chiedo perdono per il lavoro svolto anche con Tremaglia per questo diritto nonché per le campagne elettorali svolte. I risultati sono vicino allo zero. L’ ultimo successo vantato: finalmente i familiari dei diplomatici potranno lavorare! Carissimi auguri alla moglie dell’Ambasciatore in Uruguay. Pensiamo a non togliere il diritto di voto, ma gli italiani potrebbero votare le liste in Italia anche con candidature di residenti all’estero.

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