L’Ambasciata di Santo Domingo torna a far parlare di sé. Ancora una volta. E il tema attira l’attenzione della comunità italiana residente nella Repubblica Dominicana. E’ normale che sia così: i connazionali della RD sono rimasti per oltre due anni senza ambasciata sul territorio, una volta riaperta la sede diplomatica l’aspettativa è enorme e il lavoro da fare gigantesco.
Riaprono le porte dell’Ambasciata, ricominciano le lamentele. Questo perché la nostra sede diplomatica ancora non è operativa al 100%, dopo la riapertura, ma vive una fase di rodaggio. Il personale non è sufficiente alle necessità e il capo missione Livio Spadavecchia continua a fare i salti mortali pur di far funzionare al meglio le cose, insieme ai suoi collaboratori. Il lavoro è troppo, le risorse – umane ed economiche – sono poche e così gli animi si accendono e la rabbia scorre sui social network.
Gli italiani si sfogano con coloro che in qualche modo rappresentano la comunità o sono più conosciuti. E’ il caso di Flavio Bellinato, esperto di emigrazione e servizi consolari, che a ItaliaChiamaItalia spiega: “Oggi i servizi consolari si stanno dividendo in due. Le richieste di visto sono ancora di competenza dell’Ambasciata d’Italia a Panama e purtroppo vi sono spesso lamentele per i ritardi nella restituzione dei passaporti. Per quanto riguarda tutti gli altri servizi, da alcune settimane è competente la nostra Ambasciata in loco ed in questo caso le preoccupazioni dei connazionali sono la carenza di informazioni, le difficoltà per comunicare con l’Ambasciata, le tempistiche per riuscire ad ottenere appuntamenti on-line per presentare le proprie richieste e per vedere erogati i servizi”.
Proprio così. Queste sono al momento le difficoltà principali. Anche il servizio Prenota On Line, che abbiamo annunciato persino su ItaliaChiamaItalia convinti che fosse utile agli italiani della RD, funziona poco e male, secondo le testimonianze che abbiamo raccolto. Altri, ad onor del vero, sostengono al contrario di non avere avuto alcun problema nel momento della prenotazione.
Bellinato evidenzia: “Ora sta accadendo quello che era prevedibile. La sede diplomatica e consolare di Santo Domingo è stata rimessa in funzione, ma la quantità di richieste di servizi non solo è elevata ed è destinata ad aumentare, ma è addirittura inversamente proporzionale al numero di impiegati che lavorano al suo interno”.
Uno dei tanti lettori che ci hanno scritto ci ha fatto sapere che è riuscito a registrarsi online solo dopo diversi tentativi, protratti nel tempo. Lui ha bisogno di registrare suo figlio, ma non può farlo adesso, perché non c’è la possibilità. Così è costretto ad aspettare. “Sono riuscito ad iscrivermi ed ho ottenuto un appuntamento per il 20 settembre”, ci fa sapere, “due mesi, assurdo”.
Capito? Due mesi per un appuntamento in Ambasciata. Siamo a luglio. Oltre 60 giorni di attesa per registrare un figlio. Qualcuno dice che siamo alle solite, che le cose non cambieranno mai, altro che Ambasciata riaperta. Non è vero che la situazione è uguale a prima, è vero però che la comunità è stanca, delusa e pensa di essere stata presa in giro ancora una volta.
ItaliaChiamaItalia per approfondire ulteriormente ha voluto sentire anche l’opinione di Diana Spedicato, consulente legale molto apprezzata all’interno della comunità italiana e non solo. Diana è inoltre amministratrice di un gruppo Facebook dedicato agli italiani in Repubblica Dominicana molto seguito.
“Tutti i connazionali in Repubblica Dominicana – spiega Spedicato a Italiachiamaitalia.it – hanno atteso con gran fiducia la riapertura dell’ambasciata qui a Santo Domingo, ma da quando la sede è stata riaperta, sono stata letteralmente presa d’assalto da una marea di persone che, disperate, mi chiedono ciò che dicono di non trovare nell’istituzione in questione: una chiarezza di istruzioni e tempi ragionevoli di elaborazione delle richieste”.
“Le lamentele più ricorrenti – evidenzia Diana – riguardano il servizio di rilascio e rinnovo passaporti, in merito al quale non sono ancora state richiamate, per poterne effettivamente usufruire, persone che hanno presentato la richiesta a gennaio 2017, più di 6 mesi fa, quando ancora operava il consolato onorario italiano in Santo Domingo. Inoltre vengono rimandati ai prossimi mesi tutti i nuovi casi a discrezione dell’ambasciata considerati ‘non urgenti’, tenendo di fatto prigioniere persone che devono rientrare in Italia e che invece sono costrette ad aspettare, spezzando così le loro unioni familiari, oltre a poter causare loro altri inconvenienti”.
Da parte dei connazionali, conclude Diana Spedicato, lamentele anche “sulle tempistiche dei servizi di richiesta di trascrizione, per la cui trasmissione ai comuni italiani occorrerà probabilmente attendere vari mesi”.
L’ambasciatore a Santo Domingo ancora non è arrivato, dovrebbe essere qui i primi di agosto. Speriamo. Con lui, si dice, le cose potrebbero migliorare in fretta, anche perché il diplomatico che arriverà nelle prossime settimane nella RD pare abbia grande esperienza in gestione di servizi consolari. E questo è senz’altro un bene. Certo è che non si può pretendere di vedere erogati servizi consolari di qualità con un organico ridotto all’osso, sia a Santo Domingo che a Panama.
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Che ne pensa il Comites di tutto questo? Lo abbiamo chiesto proprio al suo presidente, Paolo Dussich: “Gli impiegati sono molto pochi, solo due per gli sportelli consolari, stanno facendo i salti mortali per portare avanti più pratiche possibili ma c’è tantissimo lavoro. La protesta è nei confronti della Farnesina che ci lascia abbandonati”.
Secondo Dussich una delle cause dei ritardi sono anche “tutti quelli che ‘assediano’ con ripetute email i funzionari e, non paghi, riscrivono per rettificare quello che avevano dichiarato e poi con l’occasione riscrivono ancora per chiedere altre cose, per sé e per qualche familiare… Altre cause sono le visite allo sportello di concittadini che insistono che il loro caso è (ovviamente) diverso da quello degli altri”.
“Attualmente la procedura per ottenere un appuntamento è il sistema Prenota On Line, considero ciò una decisione corretta per evitare che i soliti ‘furbi’ passino davanti agli altri e su questo sarò intransigente; per casi di emergenza documentata gli interessati possono semplicemente scrivere a santodomingo.amb@esteri.it allegando i documenti che la comprovano. Se non viene rilevata l’emergenza reale non ci saranno risposte”.
Anche il presidente Dussich punta il dito contro ministero degli Esteri e Governo, quindi. Proprio come hanno fatto negli ultimi tempi i sindacati della Farnesina, alcuni importanti patronati italiani nel mondo, associazioni italiane oltre confine e poi l’opposizione, quella portata avanti, in Parlamento e sul territorio, soprattutto dal Movimento Associativo Italiani all’Estero di Ricardo Merlo.
Ormai sono rimasti solo gli eletti all’estero del Partito Democratico e pochi altri a continuare a sostenere le folli decisioni di questo governo, che vanno sempre a colpire gli italiani nel mondo. Ancora, ancora e ancora. Fino a quando?
Parliamoci chiaro, di chi è la colpa di tutto questo? Se i servizi consolari non funzionano e se la nostra rete consolare è al collasso, di chi è la colpa? Del Governo, naturalmente. La responsabilità è sempre di chi prende le decisioni. E in questo caso un governo a guida Pd ha deciso di chiudere l’Ambasciata di Santo Domingo per poi riaprirla oltre due anni dopo, con un enorme spreco di quattrini pubblici. Una totale follia, una operazione a perdere. Ma tanto paga Pantalone.
Solo che questa volta a pagare sono stati gli italiani della Repubblica Dominicana, e tutti quei dominicani che hanno un rapporto a doppio filo con l’Italia, che sono stati costretti a vivere due anni di inferno. Evidentemente, dopo due anni e mezzo senza sportelli consolari efficienti ed ora con un’Ambasciata non ancora a pieno regime, hanno finito la pazienza e sfogano le proprie frustrazioni sui social network, specialmente se non ricevono risposte e non sanno cosa è previsto per il futuro prossimo.
Non è un caso il fatto che nel mese di aprile di quest’anno si sia organizzata una manifestazione di fronte alla sede diplomatica contro i tagli alla rete consolare (GUARDA FOTO E VIDEO), alla quale hanno aderito tutte le principali associazioni italiane, il CTIM, quella degli Emiliano Romagnoli, quella dei pensionati, il MAIE, Casa de Italia, oltre al Com.It.Es. naturalmente.
Continuare così è impensabile. I più pessimisti temono che la situazione possa restare la stessa per sei mesi, un anno.
Noi vogliamo essere ottimisti e siamo convinti che l’ambasciatore, una volta arrivato sul posto, pur non essendo Superman, farà la sua parte per accelerare nel percorso verso l’efficienza. Vero è che quei geni al governo hanno fatto un disastro.
“Chi ha programmato la chiusura dell’Ambasciata a fine 2014 – dichiara ancora Bellinato a italiachiamaitalia.it – non ha minimamente pensato a quali sarebbero state le conseguenze per i nostri connazionali”.
Bellinato ha ragione. E come abbiamo detto, certo la colpa non è di chi guida la missione o di chi ci lavora dentro, che fa ciò che è umanamente possibile per mandare avanti la baracca; anzi, per lo stesso Bellinato “è apprezzabile il lavoro che con grande fatica stanno svolgendo le persone che lavorano presso la sede diplomatica, impossibile fare di meglio senza le dovute risorse. La colpa di tutto ciò che è accaduto e sta accadendo è di chi prende le decisioni a Roma”. Anche lui giunge alla stessa conclusione.
Un’Ambasciata senza risorse e personale è come una macchina senza benzina. Il Governo ed il Ministero degli Esteri se ne devono rendere conto. Non smettiamo di chiedere e di sperare che l’Ambasciata venga presto messa in condizione di poter operare a dovere.
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