Ennesima giornata di scontri in Venezuela. A Caracas, in particolare, gruppi armati hanno creato il caos per le vie della città. Girano in moto, imbracciano mitra e fucili, così i mercenari del dittatore Maduro impongono il terrore.
Centinaia di militanti chavisti, inoltre, nel pomeriggio hanno attaccato la sede del Parlamento venezuelano. Almeno cinque i deputati feriti, tra questi anche l’italo-venezuelano Américo Di Grazia, colpito alla testa e al torace e portato d’urgenza in ospedale.
Tomas Guanipa, altro deputato, ha mostrato alla stampa bossoli raccolti all’interno dell’assemblea, per dimostrare che i chavisti hanno anche utilizzato armi da fuoco: “Il governo manda gente armata, perche’ sanno che non ce la fanno a mandare gente a votare”.
Quella dei “colectivos” è stata una vera e propria irruzione, i militanti pro-Maduro sono entrati armati fino ai denti, come fosse una guerra. Le forze dell’ordine, evidentemente schierate dalla parte del dittatore, non sono intrervenute.
Ma è ormai evidente che proprio di guerra civile si tratta. Il Venezuela sta scoppiando, le vittime di questa violenza continua sono quasi un centinaio, migliaia i feriti. E violenza continua a chiamare violenza. Fino a quando? #SOSVenezuela
Dov’è l’Italia? Dov’è il resto del mondo? Silenzio assordante. Ogni tanto un discorso pubblico di qualche illustre esponente delle istituzioni, poi un accenno da parte di un politico al Venezuela… poi zero, nada de nada. Perché?
Non abbandoniamo il Venezuela, un meraviglioso Paese che sta morendo schiacciato dal peso di una dittatura sanguinaria. E’ davvero arrivato il momento di dire basta. Speriamo che i leader mondiali lo capiscano in fretta, perché siamo stanchi di oppositori politici in prigione e manifestanti uccisi a sangue freddo. L’Italia e il mondo intero non possono più girarsi dall’altra parte.
Discussione su questo articolo