In una informativa al Senato sul Venezuela, il ministro degli Esteri Angelino Alfano ha spiegato che presso la comunità internazionale è ormai maturata la convinzione che “in Venezuela i rischi di una potenziale guerra civile sono concreti”. E’ stato troppo buono. In Venezuela è già piena guerra civile. Il Paese è bloccato, la crisi politica e istituzionale è gravissima. Le persone non riescono più a comprare generi alimentari di prima necessità, mancano i medicinali.
Alfano è preoccupato per gli oltre 150mila italiani che vivono in terra venezuelana: “L’impegno del nostro governo in Venezuela è volto anche alla tutela degli italiani residenti nel Paese”, ha assicurato il membro del governo, aggiungendo: “Stiamo cercando di fornire loro sostegno e assistenza, nonostante i margini di azione imposti dal governo di Caracas siano molto limitati”. Inoltre “la Farnesina ha predisposto un piano di assistenza per un milione di euro destinato ai connazionali più bisognosi. Stiamo anche rafforzando il contingente dei carabinieri presso il consolato generale, nonché la sicurezza presso l’ambasciata.
Fabio Porta, deputato Pd eletto all’estero, che da mesi ormai si occupa da vicino della questione Venezuela, ha molto apprezzato le parole di Alfano. “La posizione del governo italiano è in linea con quanto chiesto dal Parlamento in questi mesi”, dichiara Porta in una nota, ricordando che il Parlamento si è già espresso “a favore di una soluzione pacifica di una crisi che – come ha riferito Alfano – sta degenerando in una vera e propria guerra civile; da parte del governo Maduro, purtroppo, non sono arrivati segnali in questa direzione. Al contrario: la repressione violenta delle manifestazioni di piazza organizzate dall’opposizione e la proposta di una assemblea costituente non eletta a suffragio universale confermano l’ostinazione del governo a mantenere un atteggiamento auto-referenziale e poco democratico”.
L’onorevole Porta prosegue: “La mancata liberazione dei detenuti politici e la negazione della crisi umanitaria, con la conseguente impossibilità di ricevere aiuti internazionali, completano questo quadro fosco e poco promettente”.
Dopo avere ricordato che in Venezuela vive una delle più grandi collettività italiane al mondo, il deputato dem sottolinea: “Bene ha fatto il governo, rispondendo anche in questo caso ad una richiesta del Parlamento, a decidere di rafforzare la rete diplomatico-consolare e a stanziare un milione di euro per l’assistenza ai nostri connazionali”.
Porta sarà in Brasile la prossima settimana, lì parteciperà, con una delegazione di Camera e Senato, ad una conferenza internazionale tra rappresentanti dei Parlamenti europei e latino-americani che affronterà la crisi venezuelana e proverà ad individuare proposte e soluzioni nel campo della politica estera mondiale”.
Insomma, conclude l’eletto oltre confine, “l’Italia c’è e sempre più deve assumere una posizione di prima linea sul Venezuela; forse siamo noi l’ultima chance per dare una soluzione pacifica e democratica ad una crisi che al momento appare senza vie d’uscita”.
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