“Le coalizioni imposte dalla legge elettorale – lo hanno dimostrato sia l’Ulivo che l’Unione – non funzionano. Anche nel centrodestra la convivenza obbligata con partner recalcitranti, se non addirittura infidi, ha reso molto più difficile la nostra azione di governo e ci ha impedito di fare alcune riforme, dal fisco alla giustizia, che consideravo indispensabili. Quindi non mi appassionerei a questo problema, soprattutto in una fase nella quale la trasformazione del sistema politico da bipolare a tripolare rende qualsiasi sistema maggioritario inapplicabile se non a prezzo di una grave distorsione della democrazia. Per questo io chiedo una legge elettorale proporzionale, per vincere nell’ambito del centrodestra: un’alleanza che deve basarsi su valori e programmi condivisi, e non può essere solo una somma di partiti che stanno assieme, costretti dalle regole elettorali, per provare a vincere. Se poi in Italia oggi non esistesse una maggioranza di cittadini pronta a sostenere uno schieramento, allora non potremmo far guidare il paese ad una piccola minoranza (piccola perché meta degli italiani comunque non vota). In ogni caso dovrà essere il Parlamento ad occuparsene, sulla base delle regole e dei paletti fissati dalla Consulta. Ma non è pensabile che in una democrazia sia un organo giurisdizionale, e non un organo legislativo, a scrivere la legge elettorale”. Così in un’intervista al Foglio il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi.
Insomma, il Cav pensa a vincere in ambito centrodestra, ma non in una coalizione. Ciascuno si presenti da solo… poi si vedrà.
Se Matteo Renzi – viene chiesto all’ex premier – dovesse decidere di far cadere il governo Gentiloni, Forza Italia sarebbe disposta a dare i suoi voti per sostenere questo governo? “Ho stima di Gentiloni e ne apprezzo lo stile e alcuni gesti – risponde Berlusconi – ma noi siamo e rimarremo all’opposizione di un governo che è espressione del Pd ed è sostanzialmente identico al precedente”.
Con il sistema politico che si sta delineando, lei crede che sia da escludere che un politico come Matteo Renzi possa tornare a Palazzo Chigi anche in caso di vittoria del Pd alle elezioni? “Perché no? Renzi è il leader del suo partito. Non c’è nulla di strano nel fatto che, se vince le elezioni, guidi il governo. Naturalmente deve essere in grado di raccogliere una maggioranza nel Pd e in Parlamento”.
Alla domanda se Renzi un giorno dovesse proporre a Berlusconi di costruire insieme un unico grande partito dei moderati, il Cavaliere risponde: “Di fantascienza non mi occupo. Se Renzi un giorno decidesse di diventare un moderato, lasciasse il Pd e chiedesse di iscriversi a Forza Italia, immagino che non mi opporrei… In fondo è giovane, ha tempo per ricredersi e per correggersi!”.
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