Il Dott. Stefano Lagona, Psicologo e Psicoterapeuta, è intervenuto su Radio Cusano Campus per parlare di anoressia nel terzo millennio.
“Parliamo fondamentalmente di una rivisitazione 2.0 di disturbi legati all’alimentazione, già ampiamente presenti anche in Italia, che con i social network e la comunicazione legata alle immagini hanno trovato nuovo vigore”, ha sottolineato Lagona, secondo il quale “il mondo di immagini raccontato dai social può sicuramente contribuire all’esponenzialità dei fenomeni legati ai disturbi alimentari”.
Qualche esempio? “Su Instagram troviamo tutta una serie di hashtag legati all’esaltazione della magrezza estrema. Pensiamo a quelli come: #thinspirathion, #bodycheck, #thighgap, #boneinspiration. Si può arrivare a scenari molto gravi e compromettenti non solo dal punto di vista fisico ma anche di quello mentale. L’abbattimento di muri creato dalla comunicazione digitale gioca un ruolo importante, quelli che erano i siti pro Ana o Pro-Mia che inneggiavano ad anoressia e bulimia oggi si sono spostati su nuove piattaforme come i social network o le chat di whatsapp”
“I giovani hanno sostituito lo specchio con la bacheca dei social”, ha proseguito lo psicologo, “quindi cambia il rapporto con la propria immagine che deve essere condivisa ed apprezzata dagli altri. In passato c’era un rapporto più intimo con il proprio corpo, ora lo sguardo deve arrivare dall’esterno con un ‘like’, solo così i ragazzi sentono quell’immagine legittimata. Le nuove generazioni sono poco inclini al contatto con gli adulti e dunque ci si rifugia nelle community virtuali. Ma sui social ci sono anche gruppi di supporto che aiutano le giovanissime anoressiche”.
In ogni caso, ci tiene a sottolineare l’esperto, “in adolescenza c’è sempre un momento in cui c’è uno sguardo al proprio corpo molto rigido e giudicante. Se questi non sono comportamenti estremizzati possiamo ritenerli, in questo caso, legittimi”.