A pochi giorni dagli Stati generali della Lingua italiana nel mondo di Firenze, Michele Schiavone, segretario generale del Consiglio generale degli italiani all’estero, torna sulla questione della promozione della lingua e della cultura italiana. In una conferenza stampa convocata alla Farnesina dopo la riunione del Comitato di presidenza del Cgie, Schiavone sottolinea le tante “difficoltà finanziarie in questo campo, dai ritardi nell’erogazione dei contributi spesi dagli enti gestori ai problemi strutturali nell’amministrazione dei fondi”. Sarebbe più facile, ha continuato Schiavone, “dare certezze agli enti gestori che offrono questi servizi: difficoltà che dovremmo superare e assumere come priorità. Ci sono condizioni da rispettare, ma nulla vieta che in futuro questi interventi da parte dello Stato possano essere gestiti in maniera diversa per evitare ritardi nelle spese che gravano sulla tenuta dei conti”.
La legge 107 sulla Buona Scuola “ha prodotto delle novità – ha affermato Schiavone – e da questo dobbiamo partire per ripensare l’applicazione della legge e gli effetti all’estero”.
Per quanto riguarda i 50 milioni di euro destinati al rilancio della promozione della lingua e della cultura italiana all’estero, inseriti nella legge di bilancio, Schiavone rimane cauto: “Sarebbe bello se ciò avvenisse, ma nella realtà dobbiamo avere gli occhi puntati sul fondo di 5,8 milioni previsto due anni fa dalla proiezione triennale finanziaria che metterebbe in difficolta chi deve programmare i corsi”.
REFERENDUM “In giro per il mondo c’è un rinnovato interesse per l’Italia e un grande senso identitario parlando della costituzione: riteniamo che ci sarà una altissima partecipazione” al Referendum del 4 dicembre. Secondo Schiavone questa partecipazione potrebbe “compensare i momenti oscuri che hanno caratterizzato alcuni passaggi della partecipazione dei nostri cittadini all’estero in vari momenti elettorali”. Il segretario generale del Cgie ha espresso poi “grande apprezzamento per l’impegno del ministero degli Esteri che ha avviato un percorso preparatorio in tempo promuovendo una campagna di informazione”. Occhi puntati sul Referendum, quindi, e sui modi per “rafforzare le garanzie affinché tutto avvenga nei canoni della legge”, cercando in questo modo di “qualificare la partecipazione al voto degli italiani all’estero”.
FRONTALIERI Uno Statuto dei frontalieri, da realizzarsi con il contributo del ministero degli Esteri, dell’Interno, e dei sindacati, a tutela dei tanti lavoratori che ogni giorno varcano i confini nazionali. E’ la proposta lanciata da Michele Schiavone. La questione dei frontalieri è fondamentale anche e soprattutto “dopo il referendum del 25 settembre scorso nel Canton Ticino, che avrà ripercussioni sul lavoro di migliaia di frontalieri” ha spiegato Schiavone. Avanzata la richiesta, inoltre, di “istituire un commissario europeo per il comparto”.
RIFORMARE LA RAPPRESENTANZA In un momento in cui “l’Italia sta vivendo grandi trasformazioni” ed è chiamata a “ripensare il processo di cittadinanza”, anche il Consiglio generale degli italiani all’Estero “è coinvolto in questo processo con la riforma della propria rappresentanza”. In questa riforma sono stati coinvolti “i Comites, le associazioni e i soggetti attivi nei diversi paesi” ha spiegato Schiavone affermando che “sono giunti circa 60 documenti che sono stati elaborati in una bozza, che sarà materia di discussione nella prossima assemblea plenaria”, in programma a Roma, finanze permettendo, dal 12 al 17 dicembre. Appuntamento, quindi, dopo il voto referendario, nella prospettiva di capire anche “come verrà modificata la struttura costituzionale” ha detto il segretario generale del Cgie. La bozza della riforma rimarrà nel frattempo aperta “a qualsiasi contributo” anche perché, ha concluso Schiavone, “il nostro compito è creare sinergie”.
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