In occasione dell’anniversario del disastro di Marcinelle, autorevoli esponenti delle Istituzioni hanno fatto accostamenti, a dir poco approssimativi, direi persino offensivi, tra l’ondata migratoria verso l’Italia e l’emigrazione italiana.
L’Italia ha vari primati. Le persone in povertà totale sono oltre 5 milioni, mentre il totale di coloro i quali vivono sotto la soglia di povertà arriva a 12 milioni: abbiamo il primato di disoccupati, l’Europa il 7/8 %, l’Italia dal 30 al 35 %; siamo il primo paese per corruzione; le disuguaglianze si ampliano sempre più, 207 mila italiani – l’1,2% della popolazione – detengono il 22% della ricchezza; milioni di pensionati spendono parte della pensione per curarsi, 12 milioni di loro non si curano affatto; la sanità pesa agli italiani per oltre il 32% del costo globale, secondo l’ultimo rapporto del Censis.
Passionarie e travestiti da Arcangelo Gabriele predicano che la massiccia immigrazione è per noi una fortuna: oltre duecentomila in poco tempo, con punte di dodicimila arrivi in un solo giorno.
I rifugiati vanno esaminati con attenzione. Una volta accertato lo stato di rifugiati, vanno accolti senza se e senza ma. Invito i giocatori delle tre carte a prendere nota del fatto che in Italia vi sono già 5 milioni e mezzo di immigrati.
Ora, però, i veri rifugiati politici non arrivano alle 3-4mila unità. Il 95% sono uomini e non donne e bambini.
In molti casi la cronaca parla di spacciatori, venditori abusivi, ladri, scansafatiche di ogni specie. Assaltano spesso le forze di polizia e se non hanno WIFI e i pasti di loro gradimento devastano i luoghi di accoglienza e gli alberghi.
Le ONG, che, cara Presidente Boldrini, nessuno ha criminalizzato, devono rispettare le regole. Appare certamente curiosa la presenza di 14 grandi navi di ONG della Spagna, della Germania e della Francia (ci si chiede con quali risorse?) che andavano a caricare migliaia di disperati nelle acque territoriali libiche, per trasportarli tutti ed unicamente in Italia.
In assenza di una loro effettiva integrazione, continuare ad accogliere produce dei disastri inimmaginabili. Purtroppo, ci troviamo di fronte ad un fenomeno con un giro di diversi miliardi. E anche la Chiesa fa la sua parte.
Minniti sta indubbiamente operando tentativi, ma si trova subito di fronte a varie gambe tese. Il Min. Del Rio afferma che deve entrare anche lui nell’operazione, in quanto titolare delle infrastrutture e che tutti vanno accolti.
Caro Ministro Del Rio, si occupi piuttosto di non farci cadere in testa i viadotti sulle autostrade! Ci spieghi, inoltre, anche il motivo per cui la Tav in Italia costa 61 milioni di Euro al km, mentre in Spagna 9 e in Francia 10.
EMIGRAZIONE ITALIANA VECCHIA E NUOVA
Le navi stracolme di emigrati partivano da Genova, Napoli, Palermo. Il biglietto se lo pagavano loro. In Brasile nei campi di caffè gli italiani erano inquadrati di un livello sotto i neri (1860 ). Arrivavano in Uruguay e Argentina. Dopo la visita medica, venivano assegnati loro un terreno, una vacca ed un sacco di semi. Come ricordava Giuseppe Di Vittorio parlando dei braccianti pugliesi, i nostri emigrati lavoravano “da sole a sole“.
Essi hanno fatto grande l’Argentina che oggi produce alimenti per 350 milioni di persone. Senza gli italiani non sarebbe quel grande paese che ora è. Ciò vale anche per Uruguay, Brasile e altri numerosi paesi dove gli italiani si sono distinti per il loro lavoro.
Migliaia i morti nel lavoro, compresi bambini, come documenta Marcinelle, dove in miniera, per passare nei cunicoli più stretti, venivano utilizzati ragazzi di 8/9 anni. Gli italiani emigrati privi di fortuna, se rientrano in Italia, devono aspettare 10 anni di residenza per avere il diritto all’assegno sociale.
NESSUNO PARLA DELLA NUOVA EMIGRAZIONE
Se ne sono andati 250mila giovani in tre anni, praticamente lo stesso livello del dopoguerra. Un esodo! Anche loro sono partiti con le lacrime agli occhi, pagandosi il biglietto. Chi si occupa di loro? Chi descrive come lavorano, come vivono nei campi dell’Australia nel raccogliere frutta e ortaggi? Chi si è mai preoccupato di seguire i fenomeni di alcolismo e di suicidi, specie a Londra e in Germania?
Non certo gli inutili, inconcludenti eletti all’estero. Perditempo che votano sempre per eliminare alcuni diritti degli italiani all’estero, mentre difendono i loro vitalizi preparandosi per il terzo mandato. Tutti a casa!
E i patronati? Non interessano, non esiste punteggio e non si può imbrogliare, come nella gran parte dell’attività all’estero.
I giovani che abbandonano il nostro paese rappresentano un patrimonio considerevole sia in quanto intelligenza e capacità. Costi enormi per la loro formazione e loro se ne vanno.
Il vero incentivo potrebbe essere quello di dare alle imprese un bonus per ogni giovane che rientra e viene assunto in modo stabile.
L’accostamento tra l’assalto di oggi e l’emigrazione italiana è un errore oltre che un’offesa.
Ho letto documenti del Cgie e le dichiarazioni del Segr. Michele Schiavone. Mi chiedo: ma dove eravate quando in Svizzera su molti locali pubblici appariva il cartello “vietato l’ingresso agli italiani“ e si istituivano le classi differenziate? Migliaia le baracche dove gli italiani vivevano con discriminazioni e umiliazioni di ogni genere. DOVE ERAVATE?
*Presidente di Insieme Argentina, Presidente onorario Circolo Sandro Pertini di Rosario
Discussione su questo articolo