Renato Turano è uno di quegli eletti all’estero nella ripartizione Nord e Centro America. Senatore del Pd, quando il governo Renzi ha dato il proprio ok alla chiusura dell’Ambasciata d’Italia a Santo Domingo, non ha spiaccicato una parola. Poi, a distanza di mesi dalla chiusura della sede diplomatica, ha iniziato a muoversi. Un po’ come hanno fatto gli altri eletti nel Nord e Centro America, Francesca La Marca (Pd) e Fucsia Nissoli (Pi). Queste ultime due, pensate, hanno preferito tuttavia recarsi a Città del Messico di recente, piuttosto che a Santo Domingo ad ascoltare i connazionali, arrabbiati come bestie per la chiusura della ambasciata. La comunità italiana della RD se lo ricordi.
Torniamo a Turano. Dopo la sentenza del Tar del Lazio che ha annullato il DPR del 25/06/2014 che disponeva la chiusura dell’Ambasciata d’Italia a Santo Domingo, il senatore commenta in una nota: “Quella dei giudici è una decisione forte e quanto mai giusta”, e ricorda che come eletti all’estero “abbiamo sempre definito la proposta di chiusure dal Ministero un piano sbagliato, del tutto autonomo, irragionevole e scritto senza seguire le linee dalla Commissione sulla spending review insediata dal precedente governo”. E va bene. Ma per quanto riguarda la sede in particolare di Santo Domingo?
Sottolinea Turano: “Il TAR del Lazio ha accolto il ricorso degli italiani di Santo Domingo e bacchettato sonoramente il Ministero degli Esteri”, ora “è auspicabile un dietro-front da parte dell’amministrazione per il bene degli italiani residenti all’estero che, nonostante l’invarianza dei servizi che avrebbe dovuto preservare la spending review, oggi stanno pagando un prezzo altissimo e l’assenza dei più essenziali servizi che lo Stato gli dovrebbe garantire in quanto cittadini italiani". Grazie Turano, di questo i connazionali della Repubblica Dominicana se n’erano già accorti.
Discussione su questo articolo