Egregio Ambasciatore,
benvenuto nella Repubblica Dominicana. Troverà in questo Paese una natura meravigliosa e un’umanità generosa e ospitale. Lo chiamano la Perla dei Caraibi per la bellezza dei luoghi e per la varietà e il lusso dell’animazione turistica. Si accorgerà delle sue contraddizioni ma finirà col comprenderne le sfumature e non potrà fare a meno di amarlo.
Il numero dei connazionali residenti nell’isola è aumentato di molto negli ultimi anni. Mi riferisco sia agli iscritti AIRE sia ai non iscritti. La presenza italiana a Santo Domingo è rilevante. Dal settore della ristorazione a quello dell’abbigliamento, made in Italy per tutti i gusti. Gli italiani investono molto nel settore del turismo, costruendo anche alberghi e residenze di classe.
Immagino che le mie parole non aggiungano molto a quello che certamente ha potuto scoprire nelle documentazioni e nelle relazioni diplomatiche dei suoi predecessori; il mio intento è solo quello di trasmetterle gli stessi sentimenti che ho provato io quando giovanissimo sono arrivato su quest’isola e subito ne sono rimasto incantato. Col tempo, mi sono legato alla gente, alla nostra gente, ho gioito per i successi e sofferto per le sconfitte della nostra comunità. E ho lottato, insieme a tanti altri, per riconquistare quei diritti sacrosanti che il governo italiano man mano riduceva fino a disconoscerli.
Lei saprà che l’Ambasciata d’Italia a Santo Domingo sta vivendo una situazione delicata. Negli ultimi anni alte istituzioni sorde e cieche hanno deciso di chiudere la nostra sede diplomatica, riaperta solo grazie “al polverone sollevato dalla comunità italiana della RD”, per usare le parole del viceministro degli Esteri Mario Giro. Se oggi l’Ambasciata ha riaperto, la comunità italiana lo deve prima di tutto a se stessa, al proprio impegno, al proprio coraggio. Alla propria caparbietà. Non abbiamo mai mollato, mai, fino a ottenere che tornasse a funzionare la nostra sede diplomatica, con tutti i servizi consolari qui, sul territorio.
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Servizi consolari, appunto. Benvenuto, signor Ambasciatore, in questa valle di lacrime che è la Repubblica Dominicana dal punto di vista dei servizi consolari offerti a connazionali e dominicani. Gli ostacoli appaiono insormontabili e i problemi difficili da risolvere, il lavoro arretrato è tanto e si fa fatica a recuperare il tempo perso.
ItaliaChiamaItalia di recente ha intervistato alcuni dei protagonisti della comunità italiana della RD, tra cui anche diversi consiglieri Comites. Tutti gli intervistati hanno espresso la stessa speranza, augurandosi “che con l’arrivo del nuovo Ambasciatore la situazione dei servizi consolari possa migliorare”. L’aspettativa, nei suoi confronti, è tanta. E grande è la responsabilità che la investirà già dal suo insediamento. Dovrà rimettere in sesto una sede diplomatica che di fatto è stata abbandonata a se stessa per tanto, troppo tempo. Dovrà ricucire le relazioni diplomatiche con il Paese che ci ospita, che ha fatto tantissimo, insieme a noi italiani della RD, per riavere l’ambasciata d’Italia a Santo Domingo.
Soprattutto, caro Ambasciatore, dovrà riconquistare la fiducia dei tanti italiani della RD che negli anni passati ne hanno viste di tutti i colori e ora, le assicuro, hanno tutti gli occhi puntati verso la sede diplomatica italiana, affinchè quanto di ingiusto è successo in passato non si ripeta mai più.
Si tratterà di ascoltare, coinvolgere e valorizzare, come è nelle corde di un diplomatico di valore; allora ci saranno tutti i presupposti per fare in RD un ottimo lavoro.
La comunità italiana vuole darle fiducia e la accoglie con tutto il calore possibile, tipico di noi che viviamo ai Caraibi. Una comunità sui generis, la nostra, che come un diamante ha molte sfaccettature; farà presto a conoscerla e ad apprezzarla. Buon lavoro.
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