Ma l’Ambasciata d’Italia a Santo Domingo riapre davvero a Febbraio? E’ questa la domanda che si pongono tanti connazionali residenti nella Repubblica Dominicana in queste settimane. Vi diamo subito la risposta: sì, l’Ambasciata riapre. Esiste il decreto di riapertura firmato dal presidente della Repubblica Italiana, come è noto. Ma c’è di più.
Secondo quanto appreso da ItaliaChiamaItalia, esiste una comunicazione ufficiale da parte della Farnesina inviata al ministero degli Esteri dominicano nella quale si annuncia appunto la riapertura della sede. Si cercano inoltre persone che possano occupare tre diversi incarichi per l’ambasciata italiana a Santo Domingo: consolare, contabile, tecnico. Dunque, l’Ambasciata ce l’abbiamo. Questa è la buona notizia.
La cattiva notizia è che per diversi mesi la sede diplomatica tricolore non sarà attiva a tutti gli effetti. Dall’ambasciata che non c’è all’ambasciata a metà. Per quanto riguarda i servizi consolari, per esempio, bisognerà attendere. E non poco. C’è chi è pronto a scommettere che per l’intero 2017 non se ne farà nulla, per la stragrande maggioranza dei servizi consolari bisognerà continuare a rivolgersi a Panama, così come è stato negli ultimi due anni e passa. E questo è il primo punto che non ci piace.
Il secondo punto che ci fa storcere il naso è quello che riguarda la mancata nomina, al momento, di un ambasciatore a Santo Domingo. Ad oggi non risulta alcuna nomina, infatti. Eppure dal governo a ItaliaChiamaItalia assicurano: è forte il nostro impegno per nominare un ambasciatore in tempo per febbraio. Vedremo.
Al momento si profila la presenza di un semplice Incaricato d’Affari e potrebbe essere proprio Livio Spadavecchia a ricoprire questo ruolo. Spadavecchia è già Incaricato d’Affari nella RD, ma della Unione Europea. Diventerebbe invece capo missione, un gradino più in alto, ma non un Ambasciatore a tutti gli effetti. Sarebbe comunque lui il numero uno della sede diplomatica italiana a Santo Domingo, ma resterebbe almeno per i primi tempi un generale senza esercito. Spadavecchia è solo, di fatto, in ambasciata. E nella scorsa gestione in ambasciata lavoravano venticinque persone. Ci vorrà tempo prima che si possa tornare a lavorare a pieno ritmo. Livio Spadavecchia comunque è destinato a lasciare la sede di Santo Domingo. Un altro prenderà il suo posto.
Insomma, per ora il governo italiano riapre in carenza di servizi e cerca di metterci una toppa. Cosa si sarebbe dovuto fare? Si doveva agire da subito, dal momento in cui si sapeva ormai che l’Ambasciata avrebbe riaperto. Si sarebbe dovuto agire d’anticipo.
Posporre poi eventualmente di qualche mese la riapertura ufficiale, ma a quel punto una volta aperte le porte la nostra sede diplomatica sarebbe stata funzionante a tutti gli effetti. Perché, diciamoci la verità, i nostri connazionali, e i tanti dominicani che per un motivo o per l’altro hanno uno stretto rapporto con lo Stivale, sono interessati ad avere servizi consolari efficienti sul posto, senza dover prendere un aereo per volare a Panama. Che ci sia o meno un ambasciatore, a loro interessa relativamente.
Grazie al voto della Repubblica Dominicana l’Italia siede oggi nel Consiglio di sicurezza dell’Onu. Eppure il governo italiano ritarda inspiegabilmente la nomina dell’ambasciatore a Santo Domingo. Continuare a gestire i servizi consolari da Panama significa prolungare l’inferno in cui i nostri connazionali hanno vissuto negli ultimi due anni. Tant’è. Solite cose fatte all’italiana, direbbero i più cinici. Incompetenti, direbbero i più critici.
Quella della nomina di Spadavecchia a capo missione resta un’ipotesi. Tra i vari rumors girati negli ultimi giorni, anche quello di un incarico a Giancarlo Curcio, ex ambasciatore a Panama. Oppure a Marco Villani, che è stato consigliere diplomatico al ministero dell’Interno e dunque risulta ben visto dall’attuale capo della diplomazia italiana, Angelino Alfano, che arriva proprio dal Viminale. Non ci resta a questo punto che attendere l’evolversi della situazione, sperando in decisioni rapide e coerenti.
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