Eugenio Sangregorio, presidente USEI – Unione Sudamericana Emigrati Italiani, irrompe con forze nel dibattito che ruota intorno al referendum costituzionale. A circa tre settimane dalla data del voto, previsto per il 4 dicembre, Sangregorio rende nota la sua posizione sul referendum: un No deciso alla riforma.
“Ho dimostrato in tante mie dichiarazioni – spiega il presidente USEI – di essere uno dei sostenitori del Governo Renzi ed insieme un fervente difensore della Carta Costituzionale, che deve esprimere il pensiero e il sentimento di tutto un popolo, non soltanto di una parte politica. Per questo – sottolinea – penso che le opinioni delle minoranze parlamentari debbano far parte della cultura democratica e quindi essere presenti di diritto nel dibattito che precede il voto del 4 dicembre”.
Ed eccole le ragioni del No di Sangregorio.
“VOTO NO perché questa riforma a parer mio attacca il senso profondo della nostra Costituzione che è basata sull’equilibrio tra poteri; e trovo francamente scandaloso che ai futuri rappresentanti dei governi territoriali insediati al Senato venga concesso il privilegio dell’immunità parlamentare.
VOTO NO alla Riforma perché, nel combinato disposto con l’attuale struttura dell’Italicum, consente a una minoranza di elettori di diventare maggioranza. Rendendo addirittura possibile perfino modificare i diritti fondamentali contenuti nella prima parte della Costituzione. Una prospettiva talmente realistica che il premier ha dovuto cedere alle pressioni del suo stesso partito e ha proposto una commissione interna di larga rappresentatività con il compito di cambiare i punti più controversi della legge.
VOTO NO perchè, in caso di ballottaggio, verrebbe a mancare il diritto per gli italiani residenti fuori dall’Italia di esercitare il voto: gli iscritti all’AIRE diventerebbero tutti, ufficialmente, cittadini di serie B. E questa è un’idea davvero inaccettabile. Tanto è vero che anche il ballottaggio è sottoposto a nuova discussione nella maggioranza governativa.
VOTO NO al Referendum Renzi-Boschi, ma auspico, per un eventuale ammodernamento di alcune parti della Carta, l’insediamento di un’Assemblea Costituente, che potrebbe essere convocata in tempi brevi e che rappresenta per me l’unico organo abilitato ad un degno processo di riforme costituzionali”.
“Dopo 70 anni di esercizio democratico” secondo Eugenio Sangregorio “le riforme sulla nostra Costituzione devono essere ideate e decise non secondo logiche di convenienza politica transitoria dell’una o dell’altra parte, ma piuttosto con lo spirito originario dei Padri fondatori che hanno saputo costruire unitariamente i principi e le regole della nostra Patria, valutando le esperienze del passato e proteggendola da futuri pericoli di autoritarismo. L’Italia del futuro – continua – deve continuare a garantire solide basi democratiche, anche nelle nuove prospettive di competitività che la globalizzazione ci impone. Vogliamo un Paese che sia economicamente forte – conclude il presidente USEI -, luogo di crescita e di opportunità per tutti, ma nel rispetto delle prerogative democratiche e delle libertà individuali”.
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