Eugenio Sangregorio, fondatore e presidente dell’ USEI – Unione Sudamericana Emigrati Italiani, dopo avere trascorso qualche giorno al caldo di Punta del Este, rinomata località turistica in Uruguay, è tornato nella sua Argentina per riprendere a pieno ritmo l’attività imprenditoriale e politica.
Da Buenos Aires, dove l’imprenditore di origine calabrese ha il suo quartier generale, Sangregorio continua a guardare a Roma. Un occhio sempre puntato sulla capitale d’Italia per capire verso dove si va. Pronto a vincere le sfide che verranno.
Eugenio Sangregorio sceglie Italiachiamaitalia.it per parlare delle prossime iniziative targate USEI e per ribadire il proprio impegno a favore delle comunità italiane dell’America Meridionale.
Presidente Sangregorio, qual è lo stato di salute dell’USEI in Sud America?
L’Usei a differenza di altri, è un partito presente sullo scenario politico fin dalle prime elezioni che prevedevano anche il voto degli italiani all’estero.
Da allora abbiamo garantito una presenza costante tra la gente e sui temi politico-sociali. Puntualmente abbiamo saputo esprimere le nostre opinioni e presentare le nostre proposte. Le ultime elezioni ci hanno riconosciuto un posto in Parlamento per cui al nostro lavoro sociale e politico abbiamo aggiunto l’attività istituzionale.
L’Usei vive quindi attualmente una stagione di grande sicurezza e maturità, da soggetto politico esperto, consolidato, affidabile. Ci troviamo certamente in una delle fasi più stimolanti della nostra esistenza e abbiamo molta voglia di mettere le capacità acquisite al servizio di una politica tutta votata a dare alla comunità degli italiani residenti in Sud America il posto d’onore che merita nel quadro, più generale, della società italiana.
E’ vero che dopo la caduta del governo Renzi i vertici dell’USEI si sono riuniti per studiare possibili strategie in vista di elezioni anticipate?
Il governo Renzi non è caduto, semplicemente il premier si è dimesso. Viste le dimensioni della sua sconfitta elettorale non poteva fare nulla di meno. Nella sostanza invece, sta operando un governo non-Renzi ma che continua implicitamente ad essere sotto la sua guida, rappresentandone lo stesso progetto politico, sostenuto dalle stesse compagini.
Durante la campagna per il NO ho lavorato alacremente, come presidente del partito USEI, affinché nessuno si permettesse di toccare la nostra costituzione in vista di interessi di parte. Grazie a Dio è seguita la meravigliosa vittoria del NO a dimostrare con chiarezza che coloro che stanno governando ora non rappresentano la maggioranza degli italiani.
Nelle nostre riunioni è quindi emersa una direzione molto semplice, appartenente direi al concetto elementare di democrazia: l’Italia deve essere governata da rappresentanti eletti dai cittadini e che ne rappresentano la maggioranza. Per arrivare a ciò noi siamo quindi per elezioni politiche indette in tempi ragionevoli ma brevi.
Lei, Sangregorio, pensa davvero che si possa votare entro giugno? Oppure, come dicono altri, in autunno, quando i parlamentari alla loro prima legislatura avranno acquisito il diritto alla pensione?
Dicono che non ci pensano e giurano che le preoccupazioni sono altre, io voglio credere che sia così. Probabilmente, però, questa questione un suo peso l’avrà, ma il punto focale riguarda piuttosto la legge elettorale con la quale si andrà alle elezioni. È questo un tema importantissimo nel quale il presidente Mattarella gioca un ruolo focale.
Lei è da tanti anni sulla scena, conosce la politica e conosce il Sud America. Pensa di ricandidarsi?
La decisione di candidarmi alle prossime elezioni già l’ho comunicata da tempo, sono preparato e sinceramente appassionato all’idea di lavorare in Parlamento per rappresentare le necessità degli italiani residenti in Sud America. C’è molto da fare nella direzione di agganciare due sistemi culturali e sociali, quello degli italiani residenti in Italia e quello degli italiani residenti all’estero alla macchina del sistema Italia.
Dobbiamo lavorare sodo come in passato quando abbiamo gettato le basi per nuovi progetti e siamo pronti anche a nuove sfide. Su queste coordinate vogliamo impegnarci.
Personalmente ho voglia di continuare a ragionare con tutti gli uomini e le donne che fanno politica per vedere se è possibile costruire un’intesa per risolvere i problemi e migliorare i servizi per gli italiani all’estero.
Può dirci se avete in mente delle iniziative nei primi mesi del 2017 come USEI?
Già da tempo noi siamo di fatto in campagna elettorale, la gente ci segue sui social media e attraverso la nostra pagina web. Abbiamo organizzato incontri con la popolazione italoargentina e stiamo lavorando sui progetti di legge per garantire sempre più il riconoscimento del ruolo svolto dagli italiani residenti all’estero per il loro Paese.
E’ stato formato un governo, quello guidato da Gentiloni, dopo le dimissioni di Renzi. Ancora una volta, a nessun eletto all’estero è stato affidato un ruolo di governo. Lei come commenta?
Sarebbe stato interessante assistere al coinvolgimento nella composizione del nuovo governo di almeno un elemento proveniente dalle circoscrizioni estere. Si è persa ancora una volta un’opportunità importante per dimostrare di voler includere realmente tutte le circoscrizioni elettorali nella macchina governativa. Personalmente da ormai moltissimi anni lotto con passione cercando di realizzare le condizioni per migliorare la qualità di vita e la dignità di tutti gli italiani residenti in Sud America, specialmente dei meno fortunati. Ne sono certo: i tempi migliori per gli italiani all’estero ancora debbono arrivare… e noi ci saremo!
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