E’ scontro aperto fra il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni e il segretario della Lega Matteo Salvini. Oggi in un’intervista al Foglio il governatore ha definito “stalinista” il comportamento del capo delle camicie verdi per come lo ha trattato, accusando i suoi “compagni di squadra” di averlo “massacrato” dando del suo addio “un’interpretazione del tutto arbitraria, mentre sono stato ricoperto di affetto e amicizia da un mondo politico lontano da me”, ovvero da Matteo Renzi a Giorgio Napolitano. Strano, no? Ma a volte la politica rivela certe sorprese.
Ovviamente Salvini non ci sta: “Ho la faccia dello stalinista io?”, “Maroni ha scelto di cambiare vita, di vivere meglio”, “tutti siamo utili nessuno indispensabile”. Il Matteo padano non crede che dietro alla decisione di Maroni ci sia Silvio Berlusconi. E guarda avanti, a quando sarà – secondo lui – seduto sulla poltrona più alta di palazzo Chigi: “Immigrati clandestini? Non vedo l’ora di vincere le elezioni per riempire gli aerei di queste persone e riportarle da dove sono venute”.
Pronto a chiudere anche tutti i campi rom: “Non vedo l’ora di chiudere uno per uno, tutti i campi rom. Volere è potere. Dove amministriamo non ci sono più i campi. Sono 40mila in tutta Italia, e mi impegno di chiuderli in cinque anni. Giro per Roma e sembra nomadopoli”.
“Ho chiesto a Berlusconi l’impegno su alcuni temi: la legge Fornero va azzerata, le persone hanno diritto di andare in pensione. E’ sacrosanto andare in pensione con 41 anni di contributi, sono tanti”, ha sottolineato Salvini parlando a Quinta Colonna.
E ancora: “Vogliamo fare la tassa unica per semplificare la vita degli italiani“, “una tassa unica senza mille scaglioni, del 15%”. In realtà, l’accordo siglato all’interno del centrodestra prevede che sia fissata “sotto il 20%”, mentre Silvio Berlusconi ha sostenuto che bisognerebbe partire dal 23%.
Salvini non ha peli sulla lingua, come quando, riferendosi al conduttore di Che tempo che fa, ha detto: “Fazio mi sta sulle palle. E’ un mio limite”. Per poi paragonare l’attuale campagna elettorale a quella di Cetto La Qualunque: “Questa campagna elettorale non è partita bene, mi sembra quella di Cetto La Qualunque. Io non voglio farla così. Perchè un conto è mantenere le promesse, in primis l’abolizione della legge Fornero, un conto promettere soldi che non ci sono”.