«Non so come sia nata e in verità non so come possa crescere. Certo, entrambi abbiamo chiesto subito e chiediamo che agli italiani venga riconosciuto il diritto di andare a votare, la nostra è un’alleanza per andare subito alle urne, ma non vedo come si possa andare oltre». (Matteo Salvini)
«Non so chi beve e scrive queste cose e diffonde queste false notizie. Noi non facciamo alleanze, né con Salvini né con la Meloni». (Luigi Di Maio)
Matteo Salvini in Sicilia: «Vogliamo vincere con la nostra coalizione. M5s un disastro quando governa»
«Le discussioni sulle eventuali alleanze dopo il voto lasciano il tempo che trovano, dal momento che il centrodestra unito ha possibilità concrete e tutte le carte in regola per vincere le prossime elezioni politiche e per tornare a governare bene il nostro Paese» (Mara Carfagna)
I 5 STELLE SBAGLIANO?
I Cinque Stelle sbagliano nell’insistere a sostenere che rifiutano qualsiasi alleanza. È un tema delicato, forse cruciale, e non mi sento di considerarmi con certezza dalla parte della ragione. Provo a esporre con umiltà la mia opinione, con la premessa, forse neanche necessaria, che il movimento di Grillo mi sta molto simpatico, così come la Lega di Salvini. Perché?
NECESSARIO UN CAMBIAMENTO VERO
Semplice: penso che Beppe e Matteo siano alla guida delle due sole forze politiche in grado, una volta al governo, di apportare un vero cambiamento alla sterile e confusa scena politica italiana.
NON SAREBBE UN’AMMUCCHIATA!
Alcuni lettori, come – polemicamente – il signor Giuseppe Leoni – mi contestano: da una parte – dicono – mi oppongo alle ammucchiate, dall’altra auspico (utopisticamente) un accordo tra leghisti e grillini. Rispondo e cerco di chiarire: il punto di partenza è la (debole) speranza che le elezioni portino a un nuovo, efficiente governo. Le ammucchiate Forza Italia/Pd, con altri portatori d’acqua, hanno condotto a governi insoddisfacenti.
LA RINUNCIA DI GRILLO E LA MIA UTOPIA
Grillo avrà – meritatamente – un’affermazione importante, ma non la maggioranza per governare. Se dice “non mi alleo con nessuno”, rinuncia ai voti di coloro che vorrebbero vederlo al governo. A gran parte dei voti di coloro che, sfiduciati, non vanno alle urne. Luigi Di Maio risponde a Salvini, che ipotizzava un’apertura: “Mai con la Lega, che ha votato una legge elettorale iniqua, a noi ostile”. A mio parere, era meglio dire, meno drasticamente: “Vinceremo le elezioni ed esporremo in Parlamento il nostro programma. Ben vengano i voti di chi sarà disposto ad approvarlo”. È un’utopia, lo so, che il consenso possa arrivare: dalla Lega o da altri. Ma in politica non si sa mai, mai dire mai.
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