Matteo Salvini, intervistato dal quotidiano La Repubblica, in merito a un possibile accordo con Matteo Renzi sulla legge elettorale, ha detto: “Nessuna intesa. Più che altro siamo a un mese esatto dal referendum e per molti è come se non fosse successo niente. Da Mattarella ad Alfano, da Grillo a Berlusconi, tutti a voler rinviare le elezioni. Ecco, di Renzi apprezzo quanto meno la volontà di tornare a elezioni in primavera”.
Insieme all’ex premier il leader della Lega voterebbe “Mattarellum o altro. Mi aspetto che Renzi faccia presentare al governo, prima della Consulta del 24 gennaio, un decreto di modifica della legge elettorale, così da costringere il Parlamento a votarlo entro 60 giorni. Perchè se qui aspettiamo la Consulta telecomandata da Napolitano, le motivazioni successive, il ritocco della legge in aula, andiamo a fine anno e addio”.
Quanto a Silvio Berlusconi, per il leader leghista “dice più tardi si vota meglio è. Ormai non è più in sintonia con l’elettorato. Capisco i suoi problemi aziendali, ma gli interessi degli italiani sono altra cosa”.
Per il leader delle camicie verdi l’uomo di Arcore sul proporzionale “è antistorico, un nostalgico dei suoi amici Craxi, Andreotti e compagnia pentapartitica. Diciamo che il voto sulle banche, 20 miliardi a spese degli italiani col sostegno di Fi, è stato l’antipasto. Qui servono invece idee chiare e proposte coraggiose”.
Insomma, Salvini non le manda di certo a dire. Ha parlato chiaro. Ed è sempre più evidente la distanza tra lui e il Cavaliere.
Forza Italia però non ci sta a diventare “lepenista”. La deputata di Forza Italia, Renata Polverini, nell’intervista pubblicata oggi sul quotidiano Il Dubbio, spiega: “Se la Lega rimane su posizioni lepeniste non vedo margini per un percorso condiviso”. Appunto.
Interviene nel dibattito anche Simone Furlan, membro dell’ufficio di presidenza di Forza Italia: “Salvini, incoerente, fa l’inciucio con Renzi per votare un decreto sulla legge elettorale e al contempo attacca Silvio Berlusconi, grazie al quale la Lega ha potuto governare e senza il quale è condannata all’irrilevanza politica. Assomiglia sempre più all’ex sindaco di Padova Bitonci, che oltre ad amministrare male faceva il duce con gli alleati, i quali toltogli l’appoggio lo hanno mandato a casa, dimostrando che il modello leghista, diviso ed autoritario, non funziona”. Furlan conclude: “Se Salvini vuole guidare il paese come ha amministrato Padova Dio ce ne scampi”.
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