Matteo Salvini ha lasciato la Camera dopo l’incontro con Luigi Di Maio e con il premier in pectore Giuseppe Conte. Il leader del Carroccio non ha rilasciato dichiarazioni, ma il suo braccio destro Giancarlo Giorgetti ha risposto “sì” a chi gli chiedeva se l’accordo fosse stato chiuso.
Sul tavolo c’era la proposta pentastellata di spostare Paolo Savona ad un altro ministero e scegliere un nuovo ministro dell’Economia. Inoltre i due leader hanno discusso dell’offerta di appoggio all’esecutivo da parte di Fratelli d’Italia e di un eventuale ingresso di rappresentanti FdI nella squadra.
Il Movimento 5 Stelle non avrebbe nulla incontrario se Fdi appoggiasse l’esecutivo Jamaica, “ma senza poltrone”.
Pochi minuti dopo le parole di Giorgetti, ecco l’ufficialità in una nota congiunta di Luigi Di Maio e Matteo Salvini: “E’ stato raggiunto l’accordo per un Governo politico tra Ms e la Lega con Giuseppe Conte presidente del Consiglio”.
Torna Giuseppe Conte come premier. Davanti a un possibile governo Cottarelli su cui le due Camere si sarebbero astenute per tornare al voto, i leader si sono riuniti per trovare la quadra in corner e con una nota congiunta dicono: ci sono le condizioni per il governo politico.
Secondo le ultime indiscrezioni Paolo Savona sarebbe spostato agli Affari Europei, Giancarlo Giorgetti sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Tria all’Economia, Moavero agli Esteri. Salvini Interni e Di Maio al Welfare. Per il resto rimarrebbe la lista di venerdì, con Centinaio all’Agricoltura.
Si è rimessa in moto la macchina gialloverde. Il governo Jamaica potrebbe non essere così lontano. Tutto è cambiato nel momento in cui Luigi Di Maio ha annunciato di essere disposto a discutere il ruolo di Paolo Savona all’interno di un possibile esecutivo, dando al professore un ministero che non sia quello dell’Economia.
Nel frattempo il presidente della Repubblica Sergio Mattarella osserva la scena dal Quirinale. Secondo quando riferisce un articolo firmato da Giuseppe Tito per l’agenzia Ansa, il capo dello Stato, disposto a concedere un minimo di tempo a M5S e Lega, si tiene in contatto con gli altri vertici istituzionali. Ha incontrato questa mattina al Colle Maria Elisabetta Casellati, presidente del Senato, e ha anche avuto un lungo colloquio telefonico con il presidente della Camera Roberto Fico.
Matteo Salvini ha cancellato tutti gli impegni elettorali e oggi è arrivato a Roma. Possibile un suo passaggio al Quirinale per consultazioni non ufficiali con Mattarella, che attende di sapere quale sia la reale situazione in un momento sempre più confuso.
Intanto il governo Cottarelli è lì che aspetta, pronto a entrare in campo, con la lista dei ministri completata. Nelle prossime ore potrebbe tenersi un vertice Lega e M5S più Fratelli d’Italia. Giorgia Meloni ha già fatto sapere, infatti, di essere pronta a sostenere una eventuale maggioranza gialloverde “nei modi da definire”. Vedremo quali saranno le novità che ci porterà questa giornata, la telenovela continua.
“Vado al Quirinale? No. Non ho niente da dire, portate pazienza. Fatemi andare”. Così Salvini ai cronisti che l’hanno incrociato a Roma. Al quesito “Allora incontra Di Maio?”, Salvini e’ poi rimasto in silenzio, ma qualche secondo più tardi ha risposto in maniera scherzosa: “Questa domanda mi sembra il titolo di un film dell’orrore”.
“Rischiate di finire con il cerino in mano?”: “Io ho smesso di fumare da due mesi ed invito tutti a smettere”, ha risposto. E poi incalzato ancora sui sondaggi, ha detto “Non credo ai sondaggi”, prima di salire a bordo di una Bmw grigia che lo attendeva e con cui ha lasciato lo scalo romano alle 12.20.
Ancora una volta l’inghippo è uno solo: il Ministero dell’Economia. M5S e Lega stanno cercando la collocazione da dare a Paolo Savona, l’uomo della ‘discordia’ sul quale è calato il veto del Colle.
In queste ultime ore si starebbe trattando, a quanto si apprende, per far traslocare Savona dal Tesoro agli Affari Europei. Ma sul tavolo resterebbe anche l’opzione di uno ‘spacchettamento’ del Mef, con la possibilità di separare il Tesoro dalle Finanze e attribuire quest’ultimo all’ex ministro del governo Ciampi.