Ricardo Merlo è un animale politico, io ne sono convinto. Qualche maligno forse sorriderà davanti a questa affermazione, ma chi ha avuto l’occasione di stargli vicino e di conoscerlo a fondo negli ultimi anni sa bene che è così.
Camaleontico, Merlo. Un aggettivo che uso con accezione positiva, si badi bene, non negativa. Merlo sa come diventare concavo e convesso, a seconda dell’occasione. In questo mi ricorda molto Silvio Berlusconi, di cui certamente nel bene e nel male si può dire di tutto, ma che a distanza di un quarto di secolo è ancora lì a dire la sua e a gestire ogni manovra come un direttore d’orchestra dirige ciascun orchestrante.
Sono entrati in Parlamento nel 2006 i primi diciotto eletti all’estero. Sembra una vita fa, pare sia passata un’eternità. Preistoria. Eppure Merlo a quell’epoca già c’era, nel Palazzo, e dava i suoi primi passi a Montecitorio. Il MAIE nacque soltanto due anni più tardi, nel 2008, ma quei ventiquattro mesi sono serviti a Ricardo per osservare, ascoltare, studiare. Per imparare.
E Merlo, oggi senatore, ha imparato bene. Si parlava di preistoria. Nel 2018 il dinosauro è lui, unico eletto all’estero sopravvissuto dei primi diciotto, deputato dal 2006 senza mai saltare un giro, recordman di preferenze, risultato a ogni elezione l’eletto oltre confine più votato.
Incontenibile, incontentabile, ansioso, pacifico, tenace, determinato, ribelle, allineato. Concavo e convesso. Un prestigiatore della politica, come ce ne sono pochi. Il presidente del MAIE, ne parlavo oggi con una amica che lo conosce e che gli vuole bene, quando vuole è capace di far credere a una pietra di poter camminare. Fantastico.
Provo a immaginare i suoi pensieri, mentre emozionato annusa l’aria nuova di palazzo Madama, mentre orgoglioso e carico di responsabilità sale quelle scale ricoperte dal tappeto rosso: e adesso? Già, che succede ora?
La situazione politica è un caos, a noi cittadini comuni non resta altro che restare a guardare come le diverse forze politiche si spartiscono il potere e sperare che l’operazione sia più indolore e più breve possibile.
Ma Merlo non è un cittadino comune. E’ uno che ha portato il proprio movimento ad essere presente in tutto il mondo, e lo ha fatto grazie ad anni di lavoro, tempo e denaro. Ma soprattutto, con “passione e fantasia”, per dirla con il Sen. Claudio Zin.
Ricardo Merlo ci crede davvero a un movimento di italiani all’estero autonomo e indipendente; sono sicuro, anche se non lo sento da diversi giorni, che questo sia per lui un momento di grande riflessione. Sia per ciò che riguarda la partita su Roma, sia per quanto invece ha a che vedere con il suo vero amore, quegli italiani nel mondo di cui la politica italiana spesso si ricorda solo quando si tratta di chiedere il loro voto o i loro soldi.
Proprio perché Merlo non è un cittadino comune, deve continuare a ragionare da leader. Come un generale che ha dietro di sé un esercito di colonnelli e soldati pronti a muoversi ad un suo semplice cenno, così Ricardo Merlo si prepara a giocare la sua vera battaglia politica: quella che porta al governo.
Il presidente del MAIE non ne ha mai fatto mistero, in campagna elettorale. Sono certo che il suo obiettivo sia rimasto lo stesso. Raggiungerlo non sarà facile e probabilmente per cercare di arrivarci dovranno essere percorse altre strade rispetto a quelle che l’eletto all’estero immaginava solo fino a qualche settimana fa, ma nella sua mente resta quello il vero goal da fare.
Riuscirà a mandare la palla in rete, lui, con un passato da calciatore professionista? Forse per saperlo serviranno settimane, mesi. Sono questi i tempi, dettati anche dalla complicata situazione che si è venuta a creare dopo le elezioni. Ma il senatore è un maratoneta della politica, non un centometrista. Ha pazienza, controllo, resistenza e voglia di arrivare al traguardo. Sa quali sono i suoi punti forti e ha imparato a conoscere i suoi limiti. Non posso sapere come finirà, ma di una cosa sono sicuro: Ricardo Merlo, il sopravvissuto, non mollerà fino alla fine.