Pratiche consolari entro 30 giorni al massimo. Il connazionale utente viene messo in primo piano insieme al voto all’estero. Altri temi di prim’ordine previsti dal “contratto di governo”: l’importanza del made in Italy, le camere di commercio italiane all’estero, la riforma di Comites e Cgie.
La filosofia consolare ancora in vigore, retaggio della passata gestione della Farnesina, è ormai giunta alla fine. «È ora di rivedere il ruolo di consoli finora impegnati prevalentemente nella cosiddetta difesa dell’immagine del Paese sotto forma dell’ennesima “settimana della cucina italiana” o “serata del libro italiano” o “pomeriggio della scienza italiana”» lo sostiene il sindacato Confsal Unsa Esteri. «I connazionali hanno bisogno all’estero di servizi veloci ed efficienti, di tutela, di sostegno, tutto il resto è delegabile. I servizi dello Stato non lo sono», si legge nella lettera aperta del citato sindacato al sottosegretario agli Esteri Merlo.
«Il servizio prenota online va rivisto non funziona» lo ha sostenuto Ricardo Merlo nella riunione plenaria del CGIE. Quel servizio dovrebbe essere abolito.
I servizi consolari hanno carattere anagrafico per lo più e sono immediatamente necessari agli utenti. L’urgenza è la norma di ogni pratica consolare. Ogni sede dovrebbe essere munita del personale adeguato a far fronte alla domanda di servizi legata al numero degli iscritti AIRE. La copertura insufficiente a livello di personale non è mai giustificata.
Il servizio prenota online non consente di sfruttare al massimo le risorse di personale di una sede consolare. Infatti, una percentuale abbastanza alta di utenti per diversi motivi non si presenta il giorno dell’appuntamento e ci si trova spesso con le sale di attesa semivuote. Inoltre fare una prenotazione è un’impresa più di qualche volta impossibile.
L’esame dei casi di urgenza viene snobbato. Non si risponde né al telefono né alle e-mail. Il servizio prenota online è una barriera tra gli utenti e l’ambasciata, una barriera voluta che caratterizza lo spirito della vecchia gestione.
Il punto di incontro della domanda e dell’offerta di servizi consolari si deve misurare statisticamente e quest’ultima, l’offerta, deve adeguarsi alla domanda in modo che i servizi consolari siano richiedibili giorno per giorno, come era una volta e come accade nelle sedi consolari di paesi anche meno importanti del nostro.
La nuova gestione di Ricardo Merlo punta sull’erogazione in tempi ragionevoli dei servizi consolari e di questo non può sussistere alcun dubbio perché poco più di un anno fa manifestava alle porte di importanti sedi diplomatiche sudamericane per protestare contro i ritardi dei servizi consolari. Oggi si trova nella stanza dei bottoni. Possiamo quindi ben sperare.
Anzi, a ben vedere è bastato il suo insediamento da due settimane per notare una maggiore disponibilità da parte di alcune sedi consolari verso l’utenza. Cinquecento turni prenotabili per le cittadinanze il 16 luglio prossimo al consolato di Mendoza (Argentina) e novità positive altrove, anche a Santo Domingo.
Cento contrattisti saranno in forza entro quest’anno nelle sedi presso le quali questi sono maggiormente necessari e 200 impiegati di ruolo entro l’anno prossimo. Una goccia d’acqua nel mare, ma è già qualcosa.
Le sedi consolari chiuse con oltre 100.000 iscritti AIRE verranno riaperte.
Si cambierà la modalità di voto. «Non possiamo continuare a votare così», lo sostiene il sottosegretario Merlo, «è prioritario cercare di togliere 5 milioni di buste dalle strade».
Forse sarebbe il caso di dividere ancora una volta i due ministeri che convivono all’interno della Farnesina; quello degli affari esteri e quello della cooperazione internazionale. Sono due gestioni diverse e finora la rete diplomatica consolare italiana ne è rimasta fortemente svantaggiata.
La gestione esterofila del governo uscente ha favorito esclusivamente la cooperazione internazionale a scapito della rete consolare. Tra l’altro i fondi vengono erogati a questi paesi del terzo mondo con dei criteri discutibili quantitativi e di controllo. Da notare che otto tra i dieci paesi più corrotti del mondo sono inclusi tra quelli generosamente finanziati. Il fondo Africa di 200 milioni di euro che doveva arginare il flusso di migranti non è servito a niente.
Altro tema sono gli incassi della rete diplomatica di tariffe sui servizi. Trattandosi di un’amministrazione extraterritoriale dello stato questi incassi dovrebbero essere gestiti direttamente dalla Farnesina in modo che questa sia sempre a conoscenza del costo effettivo di ogni sede, il che può essere decisivo nel momento di prendere delle decisioni. Ad esempio non si ripeterebbero più sicuramente situazioni come la chiusura dell’ambasciata di Santo Domingo per motivi di risparmio quando invece questa si autofinanziava.
Tira un altro vento, le cose stanno cambiando, eppure non sono state ancora adottate delle misura vere e proprie, anzi le deleghe non sono state ancora ufficializzate. C’è grande fiducia nella nuova gestione.
Le pratiche consolari sono il punto focale insieme alla modifica del voto all’estero. A redigere il testo della bozza di legge sarà il CGIE, che acquisisce così l’importanza che si merita. Anzi le prime bozze partiranno dai Comites, saranno consegnate all’Intercomites e arriveranno al CGIE che presenterà il testo definitivo in parlamento.
E comunque vada, anche se in parlamento il disegno di legge verrà modificato, l’iniziativa apparterrà sempre al CGIE. Una rivalutazione quindi del ruolo del Comites e del CGIE fortemente voluta da Ricardo Merlo, che è poi parte integrante del contratto di governo.
Le camere di commercio italiane all’estero sono in fermento. Le iniziative non si contano. Erano state imbrigliate dalla gestione mondialista passata, ma ora rispunta la voglia di fare. I rapporti fra imprese, le opportunità all’estero per le aziende italiane sono un compito loro spettante.
I funzionari delle ambasciate possono mettersi il cuore in pace quindi e dedicarsi di più a soddisfare in tempo reale la domanda di servizi dei connazionali. Per tutto il resto c’è tempo, c’è chi se ne può occupare. Questo è il cambio di filosofia consolare che si auspica il principale sindacato della Farnesina.
Le ambasciate e il loro personale puntino piuttosto a tenere lo sportello aperto al pubblico tutti i giorni della settimana e senza prenotazione.
«La pubblicità della pasta e dei pomodori pelati torni ad essere competenza diretta di chi pasta e pomodori pelati produce, e lasciamo che la promozione dell’ultimo libro venga effettuata da chi i libri li stampa e li vende con legittimo guadagno».