Eugenio Sangregorio è in questi giorni in Italia. Il presidente dell’USEI – Unione Sudamericana Emigrati Italiani a Roma sta avendo incontri politici e istituzionali. Martedì era alla Camera dei Deputati per alcuni importanti colloqui. Tornerà sabato nella sua Buenos Aires.
ItaliaChiamaItalia ha voluto chiedere all’imprenditore di origine calabrese quale fosse la situazione in Argentina riguardo al voto per il referendum costituzionale: “L’umore dei nostri connazionali è nero, la gente è arrabbiatissima perché ancora non sono arrivate le schede elettorali”, dichiara Sangregorio a Italiachiamaitalia.it, e poi annuncia: “Farò un esposto nelle prossime ore, non è possibile che ancora le schede non siano arrivate ai nostri iscritti AIRE. Perché non sono arrivate? Perché? Temo forti irregolarità nel voto. Questa volta – assicura – mi imbestialisco”.
Sangregorio, l’ha letta l’intervista all’ex senatore Pallaro pubblicata l’altro giorno sul Corriere della Sera?
No, non l’ho letta. Che dice?
Dice che non ci sono i mezzi per imbrogliare nel voto estero.
(Sangregorio scoppia in una risata) Non è vero. I brogli all’estero ci sono stati sempre. Tutte le volte in cui si è votato. Ci sono state delle denunce, io stesso ne ho presentate. Ricordo le denunce di Mirko Tremaglia. Se non viene cambiato il meccanismo con cui si vota all’estero, brogli e irregolarità ce ne saranno sempre. Più di qualcuno pensa di andare in Parlamento per avere privilegi e soldi facili. Pallaro non ne aveva bisogno, io nemmeno.
Pallaro ha anche detto di essere contrario alla riforma, voterà No al referendum costituzionale
Meno male.
Perché?
Perché uno come lui non avrebbe mai potuto accettare questa riforma.
Anche lei, Sangregorio, si è espresso per il No nei giorni scorsi
Certamente. Le ragioni del mio No al referendum sono molto semplici. A partire dalla prima. La riforma elimina i sei senatori eletti dagli italiani all’estero. Questo è per me qualcosa di irricevibile. La riforma riduce la nostra rappresentanza a Roma.
Lo sa che l’On. Renata Bueno, deputata eletta nel suo partito, vota e fa votare Sì?
Lo so.
E allora?
Non forzo nessuno a seguire il mio ragionamento sul referendum. Lei è libera di scegliere. Tutti nell’USEI sono liberi di scegliere. Del resto, le divisioni su questo referendum ci sono in tutti i partiti, è qualcosa di trasversale. Da parte mia, continuerò a spiegare le ragioni del mio No.
Ha in mente iniziative in Argentina?
Sì, è già prevista una campagna mediatica. Parlerò in radio, sui giornali. Organizzeremo anche alcuni incontri sul territorio, terremo riunioni coi connazionali.
Altri motivi del suo No?
La riforma concede troppo potere ai partiti. I senatori non ascolteranno il territorio, ma i partiti. A loro dovranno rendere conto. E poi questa riforma nasce male. Ho letto il Suo editoriale, direttore, e Lei ha ragione: Renzi non ha saputo coinvolgere le diverse forze politiche e una riforma che cambia la Costituzione deve essere il più possibile condivisa. Questa invece è a senso unico. Strano che il presidente Mattarella non dica nulla.
Secondo lei il capo dello Stato è molto silenzioso?
Troppo.
Dunque?
Dunque mi piacerebbe si facesse sentire di più. Non dico No alle riforme, l’Italia necessita di migliorare alcune cose. Dico No a questa riforma.
Qual è la sua idea?
C’è bisogno di una assemblea costituente. In Argentina, quando si è riformata la Costituzione, si è formata una costituente della quale facevano parte persone preparate, di grande cultura ed esperienza, che sapevano ciò che stavano facendo, con il coinvolgimento di tutte le forze politiche.
Sabato riparte per Buenos Aires
Sì, a spiegare agli italiani perché No. Anche se penso che in Argentina vincerà il Sì. Ripeto, temo forti irregolarità.
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