Maria Elena Boschi, ministro delle Riforme, continua il suo tour istituzionale in Sud America per informare gli italiani all’estero sul referendum costituzionale. Da Roma a Buenos Aires per spiegare perché è giusto votare Sì al quesito referendario. 15 ore di volo da Roma a Buenos Aires, un giro che toccherà Argentina, Uruguay, Brasile. 40mila chilometri in tre giorni.
Boschi si prepara ad incontrare gli italiani di Uruguay a Montevideo, dopo la tappa in Argentina. “La visita a Montevideo rappresenta una tappa importante del viaggio istituzionale in Sudamerica – spiega il ministro a colloquio con Gente d’Italia – poiché è la prima volta dopo diversi anni che un ministro italiano torna in Uruguay. L’obiettivo è rafforzare i buoni rapporti di amicizia tra i nostri Paesi anche in considerazione della numerosa comunità di italiani che vive in Uruguay. Durante gli incontri con i rappresentanti delle istituzioni, presenteremo il progetto di ampie riforme che l’Italia ha realizzato negli ultimi 30 mesi: dalla riforma del mercato del lavoro, a quella della pubblica amministrazione, dal sistema educativo alla riduzione delle tasse, dal volontariato alla riforma costituzionale”.
“In particolare – prosegue Maria Elena Boschi -, penso che sia importante, a poche settimane dal referendum, cercare di illustrare le ragioni di questa riforma e come cambierà il nostro Paese. Soprattutto sono contenta di incontrare tanti italiani e italiane che vivono qui per discutere con loro di come stiamo provando a rendere l’Italia un paese più semplice, più moderno. Penso che sia importante anche ascoltare la voce, le idee di chi vive lontano ma resta legato all’Italia e, insieme, può aiutarci a scrivere una nuova pagina della nostra storia”.
Anche gli italiani all’estero potranno votare al referendum sulla riforma costituzionale, un appuntamento “determinante”, secondo il ministro, che sottolinea: “Solo gli italiani con il loro voto, tra qualche settimana, potranno decidere se la riforma votata dal Parlamento, dopo due anni di lavoro, diventerà realtà o resterà un’altra occasione persa per rendere l’Italia più stabile, più forte e più efficiente. Noi abbiamo presentato una riforma coraggiosa che, dopo 30 anni di dibattito nel nostro paese, finalmente riesce a superare alcuni limiti del nostro sistema e avvicinarci alle altre democrazie, senza però toccare in alcun modo i principi fondamentali, i valori, nei quali tutto il popolo italiano si riconosce ovunque viva nel mondo e che sono sanciti dalla prima parte della nostra Costituzione, che non viene cambiata di una virgola”.
Boschi punta al sì, ma nei sondaggi il no continua a crescere. Perché un italiano che pensa di votare no dovrebbe cambiare idea? Come convincerlo? “Con la vittoria del sì supereremo l’attuale sistema bicamerale paritario, cioè non occorrerà più il ‘ping pong’ di una stessa legge tra i due rami del Parlamento, ma sarà la Camera ad avere l’ultima parola. Vuol dire tempi certi e più rapidi per assumere le decisioni in Parlamento e, quindi, rispondere, ai bisogni dei cittadini in modo più efficiente. Con il sì al referendum diminuiamo di un terzo il numero dei parlamentari che passano da 945 a 630. Con la vittoria del sì riduciamo di 500 milioni i costi della politica. Con la vittoria del sì aboliamo le province e il Cnel. Con la vittoria del sì, finalmente si chiariscono le competenze dello Stato e delle Regioni, superando l’attuale confusione e si riducono alcuni poteri delle Regioni. Le pare poco? Comunque tutti sono liberi di votare come credono, ma vedrà, alla fine si convinceranno che la nostra è una proposta essenziale per l’Italia e gli italiani…”.
E perché é importante il voto degli italiani all’estero? Cosa cambierebbe, in meglio, – sempre per gli italiani nel mondo – con la vittoria del sì? “Il voto degli italiani all’estero è molto importante perché rappresentano circa il 10% dell’elettorato totale. Ma non è solo un problema di numeri. Credo che una riforma così importante per il nostro Paese debba essere una scelta che tutti noi italiani facciamo insieme, a prescindere dalla città in cui viviamo, che sia in Italia, in Francia o in Uruguay. Non possiamo essere spettatori, ma dobbiamo essere protagonisti di questo cambiamento. Dopo il referendum in UK, abbiamo tutti sentito le parole di molti cittadini britannici che si pentivano di non aver partecipato al voto perché non avevano capito quanto fosse importante. Ecco, mi auguro che questo non avvenga in Italia, e fuori dall’Italia. Spero che tutti si avvicinino a questo appuntamento consapevoli della responsabilità bellissima che abbiamo nelle nostre mani e informati. Per fortuna, anche all’estero stanno nascendo spontaneamente molti comitati di cittadini che si stanno impegnando per spiegare le ragioni della riforma. È bello vedere come ci si senta tutti italiani e tutti partecipi di questa scelta. Del resto, un’Italia più stabile, più semplice, che funziona meglio, funziona meglio anche per gli italiani che vivono all’estero e che, spero, possano essere ancora più orgogliosi del loro Paese”.
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