Nella Repubblica Dominicana sta accadendo qualcosa di molto strano per quanto riguarda la distribuzione dei plichi elettorali in occasione del voto per il referendum costituzionale. L’invio dei plichi è affidato alla ditta privata Domex. E già qui non pochi connazionali hanno da ridire: Domex fa un servizio pessimo, come del resto è sempre stato in passato. Eppure c’è chi sostiene sia la migliore… Figuratevi le altre.
Ma Domex, secondo quanto appreso da ItaliaChiamaItalia, è anche quella ditta in cui lavora la moglie di Fortunato Castagna, sorella della signora che si occupa di gestire tutta la baracca, compreso l’invio di plichi elettorali indirizzati agli italiani iscritti AIRE. Questa signora a sua volta è sorella del proprietario della ditta. Capite bene che ha in mano tutto il controllo delle operazioni.
Questo non desterebbe alcun sospetto, se non fosse che Fortunato Castagna fa parte di un gruppo di connazionali che si sono autonominati rappresentanti del Movimento 5 Stelle in Repubblica Dominicana. E sono tutti schierati per il No. Non pochi connazionali sono preoccupati per questa situazione. E infatti fioccano le segnalazioni a ItaliaChiamaItalia.
Plichi non ancora arrivati a destinazione, inviati a persone decedute. Buste mezze aperte o umide e che proprio a causa dell’umidità è quasi impossibile sigillare una volta inserite le schede votate, perché le buste hanno perso la colla. Ma questo sarebbe niente. Eppure Castagna ha sempre difeso Domex sui social. Ora capiamo meglio il perché.
Tenete bene a mente il nome di Fortunato Castagna perché lo ritroveremo più avanti in questo nostro racconto.
BOCA CHICA A Boca Chica vive Gianni Prudenza, lo conoscono tutti. Faceva parte del Ctim di Tremaglia ma poi è stato fulminato sulla via di Beppe Grillo. E’ un grillino puro, un radicale, un uomo contro. Apertamente schierato per il No al referendum.
Secondo testimonianze raccolte de ItaliaChiamaItalia, Prudenza si sta facendo consegnare i plichi elettorali direttamente dal messaggero di Domex. Decine di buste indirizzate ad altrettanti connazionali le ha in mano lui. Se le porta a casa – giurano alcuni testimoni – e poi si incarica di chiamare uno per uno i connazionali: ciao, come va? La tua scheda è a casa mia, vieni a votare? Una volta che il Prudenza si trova davanti l’elettore, senza prudenza alcuna gli chiede come ha intenzione di votare.
E’ successo per esempio a Gino Berchicci, residente a Boca Chica da almeno 15 anni. Un italiano che ha deciso di votare Sì al referendum. A raccontarci tutto è Giuseppe Visca, ex senatore della Repubblica Italiana da una vita residente a Boca Chica, un passato anche nel Comites di Santo Domingo.
“Alcuni dei miei elettori sono stati chiamati da Prudenza per andare a votare direttamente a casa sua, perché le loro schede le aveva lui. Uno di questi, un mio amico carissimo, Gino Berchicci, viene da me e mi dice che Prudenza lo ha chiamato per votare. E mi racconta che Gianni, quando ha scoperto che Gino voleva votare Sì, ha iniziato a fargli un polpettone, quasi pressione, affinchè cambiasse idea e votasse No: ‘Dai, tanto qui a Boca Chica l’80% voterà No…’. A quel punto Gino lo ha pregato di non insistere e così ha votato la sua scheda. Scheda che poi ha riconsegnato a Prudenza”, continua Visca, “perché è stato Gianni a dirgli che si sarebbe incaricato lui stesso di riconsegnare tutto al postino di Domex. Ma Gino è preoccupato: chi mi assicura – osservava Gino parlando con Visca – che Gianni davvero quelle schede le riconsegnerà al postino? Se volesse, potrebbe annullare la mia scheda e tutte le altre votate Sì, potrebbe annullarle, strapparle, ci potrebbe fare qualsiasi cosa”.
Visca ci assicura che Berchicci sarebbe disposto a testimoniare anche davanti all’autorità giudiziaria.
Quante schede si trovavano in possesso di Prudenza? “Almeno una ventina secondo il mio amico”, dichiara Visca. “Ma chissà quante gliene sono passate sottomano prima…”.
Il senatore ci racconta di avere chiamato il presidente del Comites di Panama, Paolo Dussich, per informarlo di tutto: “Ha preso atto di ciò che gli ho detto”, dice.
Gianni Prudenza è culo e camicia con Fortunato Castagna, lo avete bene in mente? Quello che ha la moglie che lavora da Domex. Tutti e due schierati con il M5S, tutti e due schierati per il no.
Prudenza, contattato da ItaliaChiamaItalia, respinge ogni tipo di accusa: “Queste sono delle accuse infamanti. Io non ho mai fatto questo tipo di cose. E’ venuto il postino di Domex e l’ho aiutato a raggiungere le residenze dei connazionali, indicandogli la strada. L’ho solo aiutato nello svolgimento del suo lavoro”, assicura. “Certe denunce andrebbero fatte alla magistratura, se qualcuno ha qualcosa da ridire”.
Pensate che il senatore Visca ancora non ha ricevuto le schede a casa: “Siamo in quattro qui, mia moglie, i miei figli ed io. Non abbiamo ancora ricevuto il plico elettorale. Ho scoperto che nell’elenco AIRE del ministro dell’Interno non ci siamo, in quello dell’Ambasciata di Panama sì. L’incaricato d’Affari a Santo Domingo, Livio Spadavecchia, mi ha assicurato che le schede mi verranno recapitate nelle prossime ore”.
Visca, tornando sull’operazione Prudenza (Gianni, lo ricordiamo, nega tutto) concede: “Gianni Prudenza potrebbe pure dare una mano al messaggero della Domex, raccogliendo le schede per poi darle ai connazionali. Anche se lì saremmo comunque al limite della legalità. Così come mi ha riferito il Berchicci, lui li fa sedere in casa sua, chiede cosa votano, cerca di far loro cambiare idea nel caso non la pensino allo stesso modo, e non consegna la scheda votata, ma se la tiene. Dove sta la tanto decantata sicurezza del voto? Un voto che inoltre in questo modo non è più segreto”.
LAS TERRENAS Anche a Las Terrenas, a Nord dell’isola, ci sono state enormi difficoltà con la distribuzione dei plichi elettorali. Situazione resa ancor più grave da continue piogge tropicali che si sono abbattute in questi giorni in quella parte della RD. Così le buste sono state consegnate tutte al Pan de Antes, plaza Kanish. Lì sono andati a votare gli italiani. Il messaggero di Domex è rimasto lì tutto il giorno, ha aspettato che gli venissero riconsegnate le schede votate e poi se n’è andato. Ci raccontano della presenza, all’interno del locale, di diversi italiani molto conosciuti a Las Terrenas, tutti intorno ai pacchi delle schede.
E’ giusto sottolineare che se non si fossero organizzati in questo modo, probabilmente tanti connazionali residenti a Las Terrenas non avrebbero potuto esprimere il proprio voto, considerando anche la situazione di reale emergenza dovuta al maltempo.
LA MISSIONE D’ITALIA Abbiamo contattato Livio Spadavecchia, Incaricato d’Affari della Missione d’Italia a Santo Domingo, e lo abbiamo informato della situazione. “Sul piano contrattuale Domex ha precise istruzioni, nero su bianco. Non può consegnare a nessuno i plichi elettorali, se non al destinatario. Se fosse così sarebbe una evidente violazione del contratto. Se ci sono casi specifici per favore segnalatemeli e prenderò immediatamente provvedimenti”. Segnalazione fatta.
AGGIORNAMENTO Il gruppo Movimento 5 Stelle della Repubblica Dominicana, con un messaggio inviato alla nostra redazione, precisa: “Il M5S RD si dichiara completamente all’oscuro di episodi che vengono raccontati su ItaliaChiamaItalia. Lo stesso movimento non può assumersi responsabilità su comportamenti di singole persone. Fortunato Castagna si è allontanato volontariamente dal gruppo M5S RD perché in disaccordo con altri membri e non ci risulta attualmente iscritto al M5S. Come si può ben vedere nel nostro gruppo FB e in altri gruppi siamo stati i primi a denunciare la possibilità di brogli e l’inefficienza della Domex, essendo noi promotori del voto elettronico per gli italiani all’estero”.
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