Personalmente non ho ancora capito bene se il M5S vuole uscire dall’euro o no. Cerco qualcuno che l’abbia capito e mi spieghi le motivazioni e i benefici.
A Porta a porta Luigi Di Maio, candidato premier dei pentastellati, dice: «Non credo sia il momento di uscirne, anche perché l’asse franco-tedesco non è più così forte. Il referendum sull’euro è un’extrema ratio che spero non ci sia». Un colpo al cerchio, uno alla botte.
Ogni settimana il candidato premier dei 5stelle cambia versione, nonostante sia ancora attiva la campagna “Fuori dall’Euro” promossa sul sito di Beppe Grillo. Di Maio vuole stare in una scarpa con due piedi e all’occorrenza tirare fuori la storielle sull’euro?
E un po’ come l’IMU degli italiani all’estero: oggi gli stessi che hanno votato contro vogliono che sia eliminato. La campagna elettorale va avanti a furia di promesse. Giusto per la cronaca, nel 2014 venne presentato un emendamento che eliminava l’Imu sulla prima casa degli italiani all’estero, il M5S votò contro; inspiegabilmente oggi cambiano pensiero. Specchietto per le allodole o per gli allocchi?
In questi 5 anni di legislatura cosa hanno proposto costoro per gli italiani all’estero? Dato che non sono molto aggiornato pregherei i Grillini di darmi una rinfrescata.
Non si è capito se tra le loro priorità in un eventuale governo Di Maio (aiutooooo!) l’euro sarà messo in discussione o no; vogliamo capire almeno cosa intende fare per gli italiani all’estero visto che nè Di Maio nè Di Battista, la “Rockstar” dei grillini ed ex componente della Commissione esteri, hanno mai detto una sola parola per gli italiani nel mondo.
Basta farsi un giro sul portale della Camera o del Senato per capire quanto stiano a cuore le sorti degli italiani nel mondo per i 5 stelle: loro considerano superflua la battaglia per i nostri diritti di italiani all’estero, un po’ come per l’euro un giorno fuori un giorno dentro: la considerano superflua però si presentano in tutte le circoscrizioni.
Un Movimento, quello inventato da Grillo, che vuole pescare a destra e a sinistra facendo slalom tra i vari programmi; nessuna coerenza, che alla fine significa nessuna onestà. Come diceva Benedetto Croce “un politico onesto è un politico capace”.