Lucio Malan è un politico italiano di confessione valdese, ha militato nel movimento Testimonianza Evangelica Valdese, nel 1992 viene eletto alla Camera nelle liste del Polo delle Libertà – Lega Nord, collegio di Pinerolo.
Esce dalla Lega nel tentativo di evitare la rottura dell’alleanza del Polo delle Libertà e la conseguente formazione del Governo Dini sostenuto dalle sinistre. A dicembre fonda il Gruppo Federalisti Liberal Democratici. Nel 1995 viene eletto Segretario di Presidenza della Camera.
Nel 1996 aderisce a Forza Italia, l’anno successivo riceve da Silvio Berlusconi l’incarico di formare e dirigere l’Ufficio Propaganda e diventa membro del Comitato di Presidenza di Forza Italia. Nel 2001 viene eletto Senatore nel collegio Pinerolo-Susa.
È stato membro della Commissione Affari Costituzionali fino al 2013, dove è stato relatore di vari disegni di legge sulla comunicazione politica, di leggi elettorali, della legge sulla dirigenza della pubblica amministrazione e di molti altri provvedimenti.
Dal 2002 al 2006 è stato vice presidente del Gruppo Forza Italia e responsabile dell’attività d’aula. È stato poi membro della Commissione di Vigilanza RAI. Nel 2006 viene eletto Segretario alla Presidenza del Senato. Ha fatto parte della Giunta delle Elezioni e delle immunità parlamentare, del Comitato parlamentare per i procedimenti di accusa, del Comitato per la Semplificazione Legislativa e della delegazione parlamentare Nato.
Nel 2008 è stato rieletto Senatore in Piemonte, Segretario alla Presidenza del Senato ed è diventato membro della Commissione Territorio, Ambiente e Beni Ambientali, del Comitato per la Sicurezza del Senato e della delegazione parlamentare Nato.
Nel 2013 diventa capolista nel PDL in Piemonte e viene eletto Questore del Senato, membro della Giunta delle Elezioni e delle immunità parlamentari, del Comitato parlamentare per i procedimenti di accusa e componente della commissione Bilancio.
Senatore Malan, possiamo definire la sua personalità “camaleontica” avendo ricoperto molti incarichi politici diversi. Come si sta preparando alle prossime elezioni e che ruolo vorrebbe ricoprire nella prossima legislatura?
Nella prossima legislatura spero che mi venga assegnato un incarico per poter fare il bene del nostro Paese. Ho svolto parecchi compiti, ricoperto molti ruoli, sono pronto a fare cose che ho già fatto, ma anche esperienze nuove. Dobbiamo avere le persone giuste al posto giusto e ciascuna deve fare la sua parte. In ogni caso io mi occuperò di estero, qualunque sia l’incarico che avrò, mi occuperò anche di estero, poiché ritengo importantissima la posizione dell’Italia nel panorama internazionale. Se poi avrò un incarico specifico, meglio ancora.
Lei ha militato sia con la Lega che con Forza Italia, è contento di questa grande alleanza del centro-destra?
Naturalmente. Sono contento di questa alleanza perché la pensiamo allo stesso modo su tantissimi temi, al punto che moltissimi elettori possono votare o per la Lega o per Forza Italia a seconda dei candidati o a seconda del tipo di consultazione.
Sia Salvini che Berlusconi sono personalità molto forti, crede che questo potrebbe essere un fattore di scontro e rivalità in caso di vittoria del centro-destra?
Io parlo per Berlusconi, che è il mio leader e una personalità molto forte, è ben cosciente del fatto che bisogna essere bravi a farsi valere con le altre personalità forti, ma anche a saper fare gli accordi per il bene comune. Conto che anche Salvini sappia fare la stessa cosa. Questo darà maggiore efficacia e forza alla nostra coalizione e all’azione di governo.
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Berlusconi “sì” all’Unione Europea, Salvini “fuori subito”. Non crede sia strano che due forze politiche così opposte su un tema fondamentale si alleino?
Indubbiamente questo è un tema molto importante e in apparenza c’è una grande divergenza. Il fatto è che siamo d’accordo su che cosa vogliamo ottenere dall’Unione Europea. Salvini sa bene che il panorama politico attuale non è favorevole per una reale uscita dall’Europa e/o dall’euro e dunque si trova d’accordo con noi quando chiediamo che l’Europa sia più volta allo sviluppo piuttosto che a quel rigore fine a se stesso, quando chiediamo che l’Europa sia più interessata ai cittadini e meno alle banche e alle burocrazie. La nostra visione è che lavorando da dentro possiamo fare molto per l’Italia e per migliorare l’Unione Europea, al punto che magari anche lo stesso Salvini potrà constatare che è una buona cosa restare.
Berlusconi, “vogliamo mantenere gli impegni presi dall’Italia con l’Europa”
Il programma firmato da Berlusconi, Salvini e Meloni è stato criticato perchè considerato “vuoto” e un po’ “vago”. Lei come commenta?
Non è assolutamente vuoto e vago, ci sono degli impegni ben precisi sulle pensioni, sulle tasse, sull’immigrazione e su una serie di temi attuali. Siamo pronti, io in prima persona, a chiarire tutti quei punti ritenuti vaghi e tutti i dubbi che gli elettori possono avere leggendo il nostro programma.
Grillo ha affermato che l’unica forza politica nuova in questo momento è il movimento cinque stelle. Che ne pensa? E sulla situazione di Roma?
Effettivamente loro sono più nuovi degli altri, però non necessariamente nuovo è sinonimo di “meglio”. Anche l’epidemia influenzale di quest’anno è “nuova” rispetto agli altri anni e ha fatto più danni di molte altre epidemie. Il movimento cinque stelle nonostante la giovane età ha già fatto dei notevoli disastri a Roma, ma non dimentichiamoci l’Appennino a Torino che ha fatto quasi peggio. 1500 feriti, un morto e una persona tetraplegica, sono i risultati di non aver saputo neanche gestire un paio di maxi schermi a pochi metri dal municipio.
Berlusconi ha dichiarato che con la flat tax pagando meno pagheranno tutti e lo stato introiterà subito il 30% di più. Le sembra un’ipotesi plausibile?
Subito, no. Il principio del cambiamento che ci proponiamo attraverso la flat tax è basato sulla progressività. È evidente che se noi domani mattina arrivassimo già alla fine della riforma, non avremmo questi risultati positivi. Noi vogliamo arrivare progressivamente all’obiettivo che abbiamo indicato e cioè di scendere con l’aliquota massima al 23% e se possibile addirittura al di sotto, attraverso un progressivo innalzamento della soglia di non tassazione, con l’obiettivo di arrivare ai 12 mila euro e allo stesso tempo facendo calare le imposte più alte.
Con questa riforma ci sarà una maggiore disciplina fiscale, un maggiore sviluppo, una diminuzione dello spostamento dei capitali all’estero. Questa manovra andrà in parallelo con altre misure, a partire dalla diminuzione della burocrazia e l’eliminazione di alcune detrazioni fiscali a favore del beneficio della collettività.
Come vede la sinistra, il Pd e Renzi?
Renzi e il Pd sono in grande difficoltà perché hanno adottato una strategia che non ha funzionato, poiché hanno pesato troppo gli intenti personalistici di Matteo Renzi. La sua strategia prevedeva la vittoria del “sì” al referendum, con la quale il Pd avrebbe avuto in mano tutte le istituzioni.
La cosa non ha funzionato, gli italiani hanno scoperto il suo gioco e adesso si sta dimostrando il fatto che erano tutte politiche di respiro corto.
I miglioramenti che ci sono stati nell’economia sono tutti inferiori a quelli degli altri grandi paesi, la disoccupazione è ancora al 3% sopra i livelli del 2011, quando c’era ancora Berlusconi. Nonostante tutto rappresentano un’area importante, che però non riesce ad avere una politica chiara e una vera identità.