Nel Partito Democratico se non litigano tra loro non sono contenti. Non che a destra se la passino meglio… Tuttavia nel Pd la presenza di Matteo Renzi ancora oggi divide. Nonostante il segretario abbia vinto le primarie circa un paio di mesi fa.
La sconfitta alle Amministrative brucia ancora. C’è poi chi getta sale sulle ferite ancora aperte. E’ il caso di Dario Franceschini, che critica con forza la linea tenuta da Renzi nelle ultime settimane e gli chiede di cambiare metodo, perché – dichiara a Repubblica – “quando perdi vuol dire che si e’ rotto qualcosa con il tuo elettorato, con il Paese, e devi capire cosa”.
Franceschini è molto duro nei confronti del segretario del Pd. Il partito secondo lui sta perdendo “contatto con i ceti sociali che sono sempre stati la base del nostro consenso”, il Pd è un partito “nato per unire, per superare le divisioni. Torniamo alla nostra missione originaria. Non regaliamo il Paese a Grillo o alla destra”.
Poi invita Renzi a “analizzare insieme con tutto il partito questa sconfitta, ha ancora il tempo per rifletterci senza soffermarsi su lotte interne e rancori”.
L’ex premier da parte sua getta acqua sul fuoco. Non vuole alimentare polemiche. Ma allo stesso tempo avverte: io tiro dritto, la linea non cambia.
Renzi sul tavolo mette i due milioni di elettori che sono andati ai gazebo per confermarlo segretario. E il ministro dello Sport Luca Lotti, intervistato da Repubblica Tv, sottolinea: Renzi è stato rieletto leader Pd neanche due mesi fa, “fine della discussione”, non può di nuovo “iniziare il logoramento interno” e non si può “sempre rimettere in discussione tutto”. Dunque alle critiche di Franceschini “non c’è molto da rispondere”. Certo è che il Pd deve pensare a riorganizzarsi e risollevarsi, se vuole tornare a splendere.
Le alleanze e le coalizioni in vista delle Politiche? “Non sono l’argomento con il quale intrattenere gli italiani per i prossimi 12 mesi”, taglia corto Matteo Renzi, che poi aggiunge: “Agli italiani interessa cosa facciamo per le tasse e se il principio: ‘Un euro in cultura un euro in sicurezza’ è un principio straordinario per il nostro Paese. Il nostro campo di gioco è il modo con il quale si risolvono i problemi”.
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